NAPOLEON

NAPOLEON

Ridley Scott prova a fare quello che non fu concesso a Kubrick, mettendo in scena, in due ore e mezza circa, la vita di Napoleone. Con, tra gli altri, Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby. Spettacolo vecchio stile, recitazione superba e un biopic, è inevitabile, un po’ troppo frettoloso.

Vita di un uomo

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Un classico, un flop colossale, un grosso punto interrogativo. Abel Gance, Sergej Bondarčuk, Stanley Kubrick. La vita di Napoleone Bonaparte, al cinema, come un dramma in tre atti. Almeno fino a oggi, almeno fino a Napoleon, regia di Ridley Scott su soggetto di David Scarpa, con Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby, nelle sale italiane il 23 novembre 2023. Chissà se gli riuscirà di inserirsi nello schema e sparigliare le carte. Il classico è il capolavoro muto di Abel Gance, è del 1927 e abbastanza sconosciuto al grande pubblico. Il flop, bello grosso, è del sovietico Bondarčuk: Waterloo (1970), prodotto da Dino De Laurentiis che a un certo punto aveva pensato anche a Fellini. E poi c’è quel Napoleone lì, il più caro a ogni cuore cinefilo. Non lo troverete da nessuna parte e per una buona ragione. Non esiste. Peccato, perché Stanley Kubrick aveva pensato a tutto. Sviscerata ogni fonte al punto di sapere, così si racconta, cosa avesse fatto Napoleone ogni giorno della sua vita. Ipotecate vere armate (Romania) in vista delle riprese, ipotizzato durate mostruose (quattro ore? di più?), previsti grafici da accompagnare all’illustrazione delle più celebri battaglie. Cosa andò storto? La MGM si spaventò per il flop di Waterloo, e poi chissà. Kubrick, accusato il colpo, si buttò su Arancia Meccanica. Paradosso, il film non realizzato è anche quello che solleva l’interrogativo più pressante, decisivo, il più concreto: il cinema è in grado di “contenere” la vita di un uomo? Secondo Ridley Scott, sì. In realtà, la sua è una risposta più ambigua.

Il senso di Ridley Scott per il cinema

Napoleon, Joaquin Phoenix in un'immagine del film
Napoleon, Joaquin Phoenix in un’immagine del film

Ridley Scott fa il cinema come quasi più nessuno, oggi. Fa il cinema per la sala, ha rispetto per lo spettacolo, il grande spettacolo. Si intestardisce sui dettagli, la piega di un vestito, il taglio di una ripresa. E non sacrifica all’elemento umano, quando si tratta di puntare all’effetto grosso. Non vuole dire che la tecnologia non giochi un ruolo, non se ne può fare a meno, anche volendo. Ma il punto è che le superbe battaglie di Napoleon, che sono l’aspetto più riuscito del film, hanno un sapore, una brutalità, un orrore e una macabra poesia, insolitamente umani e realistici. Lo scopo e l’ambizione della storia sono maestosi, si tratti di eventi esteriori (vittorie, sconfitte, incoronazioni, doppio esilio) o di interiorità. La vita di Napoleone Bonaparte riflette, riassume e sottolinea molte delle idee, dei sentimenti e delle ambizioni che segnano l’esistenza umana. Gloria, solitudine, potere, trionfo, umiliazione. Ma soprattutto, amore.

La vita di Napoleone è molto difficile da sintetizzare

Napoleon, Joaquin Phoenix e Tahar Rahim in una scena del film
Napoleon, Joaquin Phoenix e Tahar Rahim in una scena del film

Dell’infanzia, povera, ad Ajaccio in Corsica, non ci è mostrato niente e invece servirebbe. Solo l’ombra della fame, una certa (!) spinta all’ascesa sociale, un legame fortissimo con la madre e il fratello Lucien (Matthew Needham). Il “nostro” Napoleone (Joaquin Phoenix) è un uomo fatto. Lo incontriamo che assiste disgustato all’esecuzione della Regina Maria Antonietta (Catherine Walker). Trema di paura, di fronte all’assalto di Tolone, la prima grande impresa, che spezza l’assedio britannico e salva le navi da cui dipende la sorte della Repubblica Francese nata dalla Rivoluzione. Diventa il braccio destro di Paul Barras (Tahar Rahim) del Direttorio. Poi Primo console. Poi Console da solo e vorrebbero chiamarlo Re, ma solo pochi anni prima si decapitava per molto meno; serve un’alternativa. Si autoproclama Imperatore a Notre-Dame, sconfigge gli eserciti di mezza Europa ad Austerlitz, entra a Mosca deserta mentre il nemico (letteralmente) gli fa terra bruciata intorno. Perde la corona, va in esilio all’Isola d’Elba, torna in Francia, perde a Waterloo sconfitto dal duca di Wellington (Rupert Everett), va a Sant’Elena per non tornare più. È una vita sterminata. Fatica a sintetizzarla adeguatamente il paragrafo, figuratevi un film di due ore e mezza o poco più. Ridley Scott è convinto di aver trovato il filo rosso che tiene insieme tutto. Napoleon è una storia d’amore.

Napoleone e Giuseppina. Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby

Napoleon, Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby in una sequenza del film
Napoleon, Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby in una sequenza del film

La storia d’amore di Napoleone e Giuseppina (Vanessa Kirby). Lei, scampata al Terrore a pochi giorni dall’esecuzione, è vedova e ha due figli. All’Imperatore non ne darà nessuno, la ripudierà. È come se la fortuna lo abbandonasse, da quel giorno. Ridley Scott si appoggia alle ultime parole di Napoleone, non è il caso di anticiparle, per ancorare il film a un punto di vista, doppio per la verità, che è quello dei magnetici protagonisti. Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby si prendono, si lasciano, nonostante tutto si ritrovano. Il film non risparmia molto, delle infedeltà di lei, dell’ambizione sfrenata di lui, dell’incapacità patologica di venire a patti con il fallimento, della brutale passionalità, della virilità esagerata e ridicola. Joaquin Phoenix è una maschera d’imperturbabilità scossa da improvvisi scatti d’ira. Ha la vitalità nera di ogni grande tiranno, il suo Napoleone, d’altronde lo è stato enormemente. Vanessa Kirby ha il pathos e la tensione del dramma, senza le inutili (in questo frangente) ridondanze del melodramma. Napoleon è il passo a due di talenti purissimi. Kubrick, per il suo film aveva pensato, sembra, a Jack Nicholson e Audrey Hepburn. Che meraviglia. Bisogna tornarci sopra ancora una volta, al film che non c’è stato, per cogliere pregi e difetti di Napoleon.

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La vita di un uomo e la lezione di Kubrick

Napoleon, Joaquin Phoenix in una scena del film
Napoleon, Joaquin Phoenix in una scena del film

Non si fatica a capire cosa, della vita del personaggio, Ridley Scott trovi di meritevole del trattamento biopic+spettacolarità. È quasi offensivo precisarlo. C’è il fantasma di un’ambizione divorante e insieme la vanità di ogni desiderio, la tragica ineluttabilità del destino. Napoleon è il ritratto del più clamoroso self-made man della Storia: parte da niente, letteralmente niente, ottiene tutto e poi lo perde. Incide il suo nome su un secolo e non solo, al punto che le battaglie gli appartengono anche quando non le vince (Waterloo). Un uomo fragile e insicuro che si nasconde dietro la maschera della sua eternità, della presupposta invincibilità. Tutto per una donna o quasi, o forse è così che prova a razionalizzare il suo comportamento. Il film lo accompagna. Quando serve, se ne prende gioco – ha ragione chi ha colto, nel film, toni e accenti satirici – contemporaneamente innalzando un monumento alle ambizioni e alla loro inutilità. Comprendendo l’impossibilità di sintetizzare la complessità della vita eppure provandoci lo stesso. Non ha seguito fino in fondo la lezione di Stanley Kubrick.

Che il suo film non l’ha mai realizzato, ma aveva capito come farlo. Prendendosi molto tempo per raccontare molte cose. Napoleon aveva bisogno di durare sei ore ma non era fattibile; arriverà un extended cut di quattro ore e mezza, dice il regista, si valuterà anche quella. Così com’è ora, più breve, è una frenetica lezione di Storia, tecnicamente curatissima, superbamente recitata, che non ha il tempo di ragionare sulle cose che capitano al protagonista. Ci sono intuizioni brillanti: la didascalia in conclusione del film che spiega come, mentre il diagramma della vita di Napoleone sale e poi scende, una cosa aumenta sempre. Il numero di morti. Si contano in milioni, per causa sua. O quando in Egitto, non ancora Imperatore, prova ad ascoltare i segreti di una mummia scoperta da poco, a interrogare la Storia. Le chiacchiere sull’esattezza storica del film sono appunto questo, chiacchiere. Certo, c’è il problema di una parte di pubblico che non sa, non si informa e scambia la storia con lo spettacolo. Ma non spetta a Ridley Scott, nel caso specifico, sciogliere l’equivoco. Napoleon è glorioso spettacolo vecchio stile, con i pregi e relativi difetti. L’ambizione sfrenata, quando non fa vittime, merita rispetto.

Locandina

Napoleon, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Napoleon
Regia: Ridley Scott
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti / 2023
Durata: 158’
Genere: Drammatico, Guerra, Storico, Biografico
Cast: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Ludivine Sagnier, Ben Miles, Rupert Everett, Tahar Rahim, Youssef Kerkour, Matthew Needham, Miles Jupp, Sam Troughton, Abubakar Salim, Audrey Brisson, Charlie Greenwood, Edouard Philipponnat, Harriet Bunton, Jannis Niewöhner, John Hodgkinson, John Hollingworth, Julian Rhind-Tutt, Mark Bonnar, Paul Rhys, Riana Duce, Scott Handy, Sinéad Cusack, Thom Ashley
Sceneggiatura: David Scarpa
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Sam Restivo, Claire Simpson
Musiche: Martin Phipps
Produttore: Mark Huffam, Janine Modder, Raymond Kirk, Ridley Scott, Winston Azzopardi, Jimmy Abounouom, Kevin J. Walsh
Casa di Produzione: Scott Free Productions, Apple Studios
Distribuzione: Eagle Pictures

Data di uscita: 23/11/2023

Trailer

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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