SOPRAVVISSUTO – THE MARTIAN

SOPRAVVISSUTO – THE MARTIAN

Il ritorno di Ridley Scott alla fantascienza segna anche una ritrovata vena creativa per il regista inglese: con la sceneggiatura di Drew Goddard, Sopravvissuto - The Martian è un'opera in cui la verve avventurosa non è mai disgiunta dalla ricerca del rigore scientifico e della credibilità.

E il naufragar m'è dolce in questo spazio

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In un futuro prossimo, in cui le missioni spaziali su Marte sono divenute ormai una realtà, l’equipaggio della nave spaziale Ares 3 è costretto ad abbandonare precipitosamente la sua base marziana, a causa di un’improvvisa tempesta di sabbia. Nella concitazione dell’evacuazione, l’astronauta Mark Watney resta separato dai suoi colleghi, impossibilitati a tornare indietro per recuperarlo. Rimasto da solo sul suolo di Marte, Watney viene dato per morto, mentre l’astronave riparte verso la Terra. L’uomo, però, è in realtà sopravvissuto, ed è costretto così a iniziare una dura lotta per la sopravvivenza. Mentre Watney riesce a usare le sue conoscenze di botanica per sopravvivere più a lungo, i satelliti della NASA che monitorano il suolo marziano si accorgono di movimenti insoliti. Qualcuno inizia a ipotizzare che l’astronauta sia in realtà sopravvissuto.

Con la parziale eccezione di Prometheus, la fantascienza è un genere che ha sempre portato una particolare fortuna a Ridley Scott: un regista che negli ultimi anni è rimasto inopinatamente trascurato, autore tuttavia di due pagine fondamentali nella storia del genere coi suoi Alien e Blade Runner. Il ritorno di Scott alla science fiction con questo Sopravvissuto – The Martian, su sceneggiatura di Drew Goddard, appariva come il modo migliore per risollevare le quotazioni di un cineasta che è sembrato recentemente vittima di un singolare caso di amnesia critica: quasi che una serie di insuccessi al botteghino – uniti ad alcune opere discutibili – potessero cancellare l’importanza di un’intera carriera, riducendo un autore eclettico e rigoroso a mero mestierante. Non solo il passato remoto, ma anche quello più recente del regista inglese (pur tra sceneggiature dalla fattura traballante) stavano lì a dimostrare la miopia di un tale atteggiamento.

Con Sopravvissuto – The Martian, Scott torna al genere che ne lanciò la carriera, radunando un cast di primo livello (con un Matt Damon affiancato, tra gli altri, da Jessica Chastain, Kristen Wiig e Jeff Daniels) e traendo spunto dal romanzo di esordio dello scrittore Andy Weir. Un film, quello di Scott, che tuttavia solo superficialmente rientra nella science fiction propriamente detta: se la cifra principale del libro di Weir era infatti la verosimiglianza, tale preoccupazione viene fedelmente trasposta nella sceneggiatura di Goddard. Un rigore assicurato dalla presenza, sul set, del consulente della NASA James L. Green, che ha monitorato l’accuratezza scientifica delle soluzioni narrative del film: il risultato è che l’odissea dell’astronauta Damon, la sua lotta per la sopravvivenza, e i tentativi per sottrarlo al suolo di Marte, non prescindono mai dall’accuratezza (anche maniacale) della ricostruzione, nonché dal confronto con condizioni oggettive minuziosamente descritte. La dimensione avventurosa del film è costantemente mediata, così, da un rigore descrittivo che favorisce di suo la sospensione dell’incredulità.

Qualcuno, ricordando Interstellar di Christopher Nolan, aveva storto il naso di fronte a un progetto che presentava (di nuovo) un Matt Damon naufrago spaziale. Eppure, bastano i primi minuti di visione di Sopravvissuto – The Martian per rendersi conto di quanto qui siamo distanti (ed è un bene) dal film di Nolan: laddove quest’ultimo era ipotetico nelle sue premesse, il film di Scott è invece concreto, laddove lì eravamo di fronte a suggestioni e riflessioni che sconfinavano nel metafisico, qui abbiamo un progetto che guarda ai viaggi nello spazio tenendo (e non è una contraddizione) i piedi saldamente piantati in terra. Un approccio al genere, quello di Scott e Goddard, diametralmente opposto alle suggestioni presentate da Nolan (e da tutto un filone della fantascienza), al punto che qui si è di fronte, in realtà, a una sorta di singolare disaster movie ambientato nello spazio.

A Goddard, autore eclettico quanto intelligente, va dato il merito di aver costruito per Sopravvissuto – The Martian uno script perfettamente calibrato, che riesce nel non facile compito di mantenere alta la tensione (e la compattezza narrativa) non perdendo nulla in termini di rigore e credibilità. Della sua sceneggiatura, inoltre, va sottolineata la suggestiva continuità col tema del suo esordio alla regia Quella casa nel bosco: anche lì, le videocamere erano costantemente accese, anche lì l’ossessione della visione e del controllo (tema hitchcockiano per eccellenza) si mescolava a quella della manipolazione e del far credere. A tutto ciò, va aggiunta una regia sicura e rigorosa (ma ciò non è una novità, quando si parla di Scott) unita a un ottimo 3D, che aggiunge una profondità inedita alle distese – tanto paradossalmente familiari allo spettatore cinefilo – del suolo marziano, così come ai freddi, claustrofobici interni della base in cui si muove il protagonista.

Anche se le due ore e venti di durata di Sopravvissuto – The Martian non fanno mai realmente sentire il proprio peso, il film di Scott fa comunque poche concessioni a chi si aspetti un approccio più classico e disimpegnato al genere. La tensione che il film presenta, per essere esperita al meglio, va mediata dalla disponibilità ad accettarne l’approccio: lo script di Goddard inonda lo spettatore di nozioni tecnico/scientifiche che necessitano di una giusta predisposizione (anche se non, necessariamente, di una qualche conoscenza specifica) per essere accettate come parte del film. Quasi a compensare questa caratteristica – così insolita per un blockbuster – lo script inserisce alcuni episodi e figure un po’ stereotipate (tra queste, il tecnico nerd interpretato da Donald Glover) leggermente fuori tono nel generale, asciutto rigore della narrazione: quasi che l'(auto)ironia della sceneggiatura, che in sé non stona nel contesto dell’opera, debba essere normalizzata da figure e situazioni-tipo che il pubblico di riferimento sia in grado di riconoscere. E in quest’ottica può essere letta anche la scelta della colonna sonora, con le composizioni disco anni ’70 ad ammiccare (in modo gradevole, ma forse eccessivamente calcolato) al target scelto dal film.

Scheda

Titolo originale: The Martian
Regia: Ridley Scott
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti / 2015
Durata: 141’
Genere: Drammatico, Avventura, Fantascienza
Cast: Sebastian Stan, Benedict Wong, Jessica Chastain, Matt Damon, Chiwetel Ejiofor, Sean Bean, Kristen Wiig, Michael Peña, Mackenzie Davis, Donald Glover, Jonathan Aris, Aksel Hennie, Jeff Daniels, Kate Mara
Sceneggiatura: Drew Goddard
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Musiche: Harry Gregson-Williams
Produttore: Simon Kinberg, Aditya Sood, Mark Huffam, Veronica Ferretti, Ridley Scott, Michael Schaefer
Casa di Produzione: Scott Free Productions, TSG Entertainment, Kinberg Genre
Distribuzione: 20th Century Fox

Data di uscita: 01/10/2015

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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