ADDIO A JOHN LE CARRÉ, MORTO DI POLMONITE LO SCRITTORE BRITANNICO
Lo scrittore, noto per le sue spy-story che hanno anche ispirato il cinema, è morto nella giornata di sabato all’età di 89 anni. La notizia è stata riportata via Twitter dal suo agente Curtis Brown.
Lo scrittore John le Carré, autore di tanti classici del genere spionistico, è morto sabato all’età di 89 anni. A dare la notizia del decesso è stato il suo agente Curtis Brown, che ha specificato come la morte sia stata provocata da una polmonite che non era correlata a complicazioni da Covid-19. Lo scrittore, il cui vero nome era David Cornwell, lascia quattro figli, con le rispettive famiglie, e sua moglie Jane.
Nato nel 1931 a Poole, nel Dorset, John le Carré è stato prima funzionario del Foreign Office britannico, poi ambasciatore del Regno Unito a Bonn, e infine agente dell’MI6, il servizio segreto britannico. Il suo primo romanzo, Chiamata per il morto, è datato 1961. Da allora, lo scrittore ha pubblicato in tutto 25 romanzi e un volume di memorie, Tiro al piccione, datato 2016. In tutto, i suoi lavori hanno venduto oltre 60 milioni di copie.
Molte volte le sue storie sono state adattate da cinema e televisione: la prima è stata nel 1965, col film La spia che venne dal freddo interpretato da Richard Burton, mentre sono da segnalare anche la miniserie La talpa del 1979, con Alec Guinness, e l’omonimo film di Tomas Alfredson del 2011 con Gary Oldman. Vanno ricordati anche, tra gli altri, i film The Constant Gardener – La cospirazione (2005) di Fernando Meirelles, e La spia – A Most Wanted Man (2014) diretto da Anton Corbijn e interpretato da Philip Seymour Hoffman.
Gary Oldman ha rilasciato una dichiarazione in cui ricorda lo scrittore scomparso: “Per me, John le Carré è stato tante cose. È stato ovviamente un grande autore, il vero ‘proprietario’ del genere della spy story seria, adulta, complessa. Tutti quelli che sono venuti dopo gli sono debitori. [..] Per me, interpretare George Smiley è rimasto uno dei punti più alti della mia vita. Ho potuto conoscere David un po’, e sorprendentemente era sempre all’altro capo del telefono se avevamo una domanda, o se ci serviva un consiglio su un personaggio, se potesse dire una specifica frase. Aveva sempre risposte immediate. Era generoso con la sua creatività, e sempre un vero gentleman. Il vero maestro delle spy story di tante generazioni ci ha lasciato. Ma George Smiley e gli altri continueranno a vivere. Grazie David”.