TENSIONE SUPERFICIALE

TENSIONE SUPERFICIALE

Giovanni Aloi dirige Tensione superficiale, dal 18 febbraio in streaming su Chili e #IORESTOINSALA. L’idea maturata da uno spunto di vita vera è quella di una giovane donna, interpretata da Cristiana Dell’Anna, che trova il modo di sanare le sue infelicità e di ricostruirsi spiritualmente e materialmente passando il confine tra Italia e Austria e reinventandosi escort. Il film ha cura di raccontarci molto del percorso interiore della donna. Manca un’analisi più approfondita dello scontro tra la protagonista e la piccola comunità che la ospita, la circonda, non la capisce e pretende comunque di blaterare facile moralismo.

Una donna, due paesi

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L’idea, al regista Giovanni Aloi, gliela suggerisce l’intervista a una ragazza italiana che ogni giorno varca il confine tra il nostro paese e l’Austria per andare a fare la prostituta all’insaputa della famiglia e dei conoscenti più stretti. Da quelle parti, sembra, la faccenda è regolata in maniera differente; peraltro, qui da noi, campare è molto più difficile. È la rielaborazione e la dilatazione di questa scintilla di vita vissuta che dovrebbe scatenare l’incendio di Tensione superficiale, dal 18 febbraio su Chili e #IORESTOINSALA. Un accesso di metamorfosi intime e sconvolgimenti pubblici, cronaca di una comunità ipocrita svergognata da un corpo nudo e più ancora da una metamorfosi spirituale ma anche pratica. Come spesso capita, l’incastro tra i piani di lettura è tutt’altro che irreprensibile. È una questione di profondità di analisi, di tempo e di limiti di sceneggiatura. Se ben racconta, il film, l’intimità ribelle della protagonista, nello stesso tempo e in maniera troppo sbrigativa liquida la questione dei rapporti tra quest’ultima e il piccolo mondo che le sta attorno. Parlando della protagonista, in effetti è la cosa migliore del film oltre alla nitidezza degli sfondi settentrionali, si chiama Cristiana Dell’Anna.

Oltre il confine

Tensione superficiale recensione

L’abbiamo già vista in Un posto al sole e in Gomorra – La serie, Cristiana Dell’Anna. Qui si chiama Michela, è una madre sulla trentina sola e senza amici. Ama senza troppe speranze il papà di suo figlio, Benno Steinegger, che però si ricorda di lei solo quando è stanco della compagna Katie Fellin. Il suo ignobile capo Hannes Perkmann le dà più di un filo da torcere. La cosa migliore che le capita sul lavoro, receptionist in un hotel sul lago di Resia, è l’incontro con una escort, interpretata da Francesca Sanapo, che senza troppo faticare la convince a mollare gli ormeggi e passare il confine. In tutti i sensi; in Austria, il riscatto socio–economico e una promessa di ricostruzione arriveranno reinventandosi regina dell’intrattenimento erotico, ribaltando i canoni della morale comune. Tensione superficiale delinea la metamorfosi di Michela da giovane inespressa e sottomessa a donna consapevole puntando sull’economia di gesti, sguardi e parole. Il paradosso è lo schiaffo ai valori comuni che apre la via alla più improbabile delle riconciliazioni famigliari, nonché alla serenità economica.

Cosa va e cosa non va

Tensione superficiale recensione

Senza smanie moralistiche Tensione superficiale racconta un mondo che non sa dare alla donna niente più che un pugno di aspettative, poca comprensione e aiuto neanche a parlarne. Michela per un po’ segue la corrente; l’economia dei sentimenti (e non solo) che regola la vita comune ne fa il bersaglio perfetto per la soddisfazione, sbrigativa e per questo più umiliante, degli abusi altrui. La sua ribellione sa di amara ironia. È giocando a carte scoperte al gioco della mercificazione del corpo e dell’anima della donna che Michela trova il modo di parlare in prima persona. Il suo orizzonte di libertà passa per l’accettazione dei ruoli e delle pretese che la società, da tempo immemore, assegna alla donna. Madre, compagna, qui però c’è poco di retrogrado. Peccato però che il film manchi clamorosamente quando si tratta di sviscerare i complicati rapporti tra la protagonista e l’angusta comunità che nulla fa per aiutarla, prima, e capirla, dopo. L’odissea intima monopolizza l’attenzione perché di conflitti esteriori ce ne sono pochi. La stessa promessa, possibilità, speranza di ricongiungimento che il finale sembra suggerire appare frettolosa e non ben preparata. Buona idea comunque quella di esasperare le difficoltà di comunicazione dei personaggi e gli steccati, sentimentali e non, puntando sull’ovvio, sull’inevitabile bilinguismo di una terra di frontiera.

Tensione superficiale recensione

Scheda

Titolo originale: Tensione superficiale
Regia: Giovanni Aloi
Paese/anno: Italia / 2019
Durata: 98’
Genere: Drammatico
Cast: Cristiana Dell’Anna, Benno Steinegger, Christian Bianco, Giacomo Lorenzi, Hannes Perkmann, Katia Fellin, Katja Lechthaler, Celine Stampfer, Claudio Pizzato, Eva Kuen, Francesca Sanapo, Leo Seppi, Natalia Bonifacci, Philipp Peter Heidegger
Sceneggiatura: Giovanni Aloi, Nicolò Galbiati
Fotografia: Diego Romero
Montaggio: Erika Manoni
Musiche: Bruno Bellissimo
Produttore: Luca Cabriolu, Andrea Di Blasio
Casa di Produzione: Blue Film, Rai Fiction, No Mad Entertainment, Ombre Rosse Film Production
Distribuzione: No Mad Entertainment

Data di uscita: 18/02/2021

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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