L’IMMENSITÀ DELLA NOTTE
Catalogato su Amazon Prime Video come un film di genere drammatico e horror, L'immensità della notte si fa notare tra i molteplici prodotti sbarcati da diverso tempo sulla piattaforma di streaming, per svariati motivi. Andrew Patterson segna il suo esordio dietro la macchina da presa. Un lungo piano sequenza, uno sci-fi movie onirico e pittoresco che trascina il suo pubblico di spettatori e autentici ascoltatori in un viaggio multisensoriale. Siamo di fronte a un nuovo modo di pensare il cinema?
Sci-fi audace su Prime Video
L’immensità della notte pone al centro della narrazione lo strano caso di un rumore che viene percepito, durante una notte, dalla giovane studentessa Fay (Sierra McCormick). Fay è una promettente centralinista e fa da spalla destra al giovane intellettuale Everett Sloan (Jake Horowitz). Insieme stanno cercando di costituire una trasmissione radiofonica.
L’immensità della notte è infatti ambientato negli anni ’50, in seguito alle grandi guerre. C’è fermento per l’uso di nuovi mezzi di comunicazione e di viabilità. C’è anche molta curiosità sul senso di comunità e una particolare sensibilità per storie autentiche. Da uno strano fenomeno acustico, in una notte qualunque, Fay ed Everett vivranno l’avventura più paralizzante delle loro vite.
Esordio e tributo al mondo del cinema in tutte le sue sfaccettature
La storia raccontata da Andrew Patterson non è originale: ci sono strani dischi volanti e la paura dell’attacco sovietico ai confini. Tuttavia L’immensità della notte apre un nuovo filone (si spera) di generi complementari: thriller, horror e fantascienza allo stato più puro.
Non si tratta del resto di un horror movie di serie b. Patterson esordisce alla regia puntando su tecnicismi studiati ad arte e con minuziosi particolari che mixano, alla perfezione, tutti i nostri sensi. Non ci interessa più sapere dove vedremo un film? La risposta risiede forse in questa produzione low budget.
Andrew Patterson sperimenta un cinema che va oltre lo spazio di condivisione ritualistica dell’opera filmica. Siamo certi che L’immensità della notte avrebbe avuto un maggior riscontro dal pubblico attraverso la sala cinematografica, ma il film non si ferma a questo e sembra quasi cavalcare un futuro modo di fare cinema. Un nuovo concetto di ambiente che si fonde con l’idea di esperienza visiva.
Un film sensoriale e non solo
Suoni, immagini, movimenti dinamici e vorticosi, parole e figure che sembrano uscire direttamente da un sistema radiofonico. Lunghi piani sequenza, long take e forse l’uso prevalente di un drone che catapulta lo spettatore prima all’interno di una palestra dove si sta consumando la partita dell’anno, successivamente in un prato che porta direttamente alla sede radiofonica dei due giovani speaker.
Il titolo originale The Vast of Night, tradotto in italiano, non lascia spazio all’immaginazione. Quello che viene raccontato è concentrato all’interno di una notte buia, talvolta accesa da luci al neon e vecchi paralumi all’interno della sede radiofonica, oppure da lampioni per le vie del piccolo paese americano. Il regista non lascia nulla al caso e ogni particolare descrive a 360 gradi l’idea di uno spazio piccolo, ristretto, dove ci si conosce da sempre e in cui non c’è il minimo dubbio che ci si possa ritrovare in serio pericolo.
La paura si manifesta progressivamente attraverso le misteriose dichiarazioni di due anziani signori, un ex soldato di guerra e una signora a cui è stato letteralmente portato via suo figlio. Il rumore diviene cosi un personaggio fondamentale e non solo il filone narrativo costante del film. Qualcuno sta per cambiare le vite dei due protagonisti, un nemico invisibile, una forza dalla quale sarà difficile difendersi.
Fay corre continuamente da uno spazio all’altro, aumentando la suspense, mentre Everett si precipita in macchina per inseguire il mistero. La parola fondamentale che aleggia per ben 91 minuti è proprio quest’ultima.
Un film citazionistico?
Incontri ravvicinati del terzo tipo, Super 8, E.T l’extra-terrestre, Contact, Signs, La guerra dei mondi, Segnali dal futuro, questi sono i titoli principali dei film di cui si consiglia una visione o revisione per comprendere in che modo Andrew Patterson abbia lavorato sul set de L’immensità della notte. Riferimenti chiari, citazioni che potrebbero peccare di arroganza, eppure intuibili dall’uso esclusivo della macchina da presa.
Il tema ricorrente di presenze aliene non del tutto dimostrabili viene raccontato con estrema semplicità. Patterson affida ogni tentativo di suggestione e angoscia alla recitazione di due giovani attori, al suono e al movimento delle immagini. Ascoltiamo la radio in compagnia di Fay ed Everett, ascoltiamo le parole della signora, osserviamo la storia nel suo lento procedere, da diversi mezzi e punti di vista. Ogni elemento narra in modo contemplativo l’inesorabile comparsa e scomparsa di un fenomeno tuttora appetibile e inspiegabile.
Se questo è l’esordio, ben venga, ci aspettiamo lavori interessanti. Ottima prima prova.
Scheda
Titolo originale: The Vast of Night
Regia: Andrew Patterson
Paese/anno: Stati Uniti / 2019
Durata: 91’
Genere: Horror, Drammatico, Fantascienza, Thriller
Cast: Jake Horowitz, Adam Dietrich, Bruce Davis, Cheyenne Barton, Gail Cronauer, Gregory Peyton, Mallorie Rodak, Mark Banik, Mollie Milligan, Sierra McCormick
Sceneggiatura: Andrew Patterson, Craig W. Sanger
Fotografia: Miguel Ioann Littín-Menz
Montaggio: Andrew Patterson
Musiche: Jared Bulmer, Erick Alexander
Produttore: Adam Dietrich, Melissa Kirkendall, Andrew Patterson
Casa di Produzione: GED Cinema
Distribuzione: Amazon Prime Video
Data di uscita: 29/05/2020