TRE DI TROPPO

TRE DI TROPPO

Il tema della genitorialità è al centro di questo Tre di troppo, secondo film da regista di Fabio De Luigi, che parte da uno spunto fantastico per raccontare un’edificante fiaba sul mestiere del genitore; un film che tuttavia ha il limite di non cercare una qualche connessione emotiva con chi non sia già, di suo, coinvolto dal tema.

Genitori (forse) si diventa

Pubblicità

Dopo l’esordio risalente a sette anni fa con Tiramisù, Fabio De Luigi torna dietro alla macchina da presa in questo inizio 2023 con un’altra commedia, che stavolta affronta il tema della genitorialità. È curioso come, durante queste feste, siano usciti quasi contemporaneamente due film italiani legati all’argomento, seppur narrati e trattati da ottiche diverse: da un lato Beata te, commedia targata Sky diretta da Paola Randi, raccontata da un punto di vista femminile e incentrata sul desiderio/paura della maternità; dall’altro questo Tre di troppo, con protagonisti due personaggi (interpretati dallo stesso regista e da Virginia Raffaele) che di caricarsi della responsabilità di un figlio proprio non vogliono saperne. Al centro, lo stesso sconvolgimento dato (o temuto) per l’arrivo inaspettato della prole, oltre che uno spunto di matrice fantastica a fare da innesco narrativo. Detto innesco, qui, è la “maledizione” lanciata sui protagonisti Marco e Giulia dall’amica Anna – donna con figli finora derisa dai due, insieme al compagno Carlo – dopo una disastrosa festa di compleanno, involontariamente rovinata dalla coppia. I due, il giorno dopo, si risvegliano in una casa totalmente trasformata, ma soprattutto abitata anche da tre misteriosi pargoli, rispettivamente di sei, nove e dieci anni. Marco e Giulia si rendono così conto di essere finiti in un universo parallelo, in cui sono loro ad aver fatto la scelta di diventare genitori; mentre i due amici, quelli da loro sempre derisi, si godono le gioie e la libertà del loro status di coppia senza figli.

Una dialettica elementare

Tre di troppo, Fabio De Luigi, Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli e Fabio Balsamo in una scena
Tre di troppo, Fabio De Luigi, Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli e Fabio Balsamo in una scena del film

Si presenta dichiaratamente come una fiaba edificante, Tre di troppo, tutta tesa a stimolare e solleticare il desiderio di genitorialità, palesemente conditio sine qua non per entrare in sintonia con la sua atmosfera. L’impostazione favolistica del film di De Luigi induce a non stare a sottilizzare troppo sul carattere semplificato (per non dire stereotipato) dei due protagonisti, presentati come due eterni adolescenti (tutti sesso, cura del corpo e serate danzanti) contrapposti alla coppia responsabile, adulta ma “scoppiata” composta dai due amici, tirannizzati e bullizzati dai figli. La contrapposizione alla base della trama, risolta in una mera dialettica tra assunzione di responsabilità ed egoistico rifiuto della stessa, è semplice e basilare, consapevolmente tesa ad annullare le nuances della realtà, e la stessa possibilità di un atteggiamento “neutro” nei confronti dell’idea di essere genitori. Una semplificazione tra estremi che serve alla sceneggiatura (firmata dal regista insieme a Michele Abatantuono e Laura Prandi) per operare il rovesciamento di prospettiva al centro della storia, base narrativa su cui si innestano gag, equivoci e disastri che coinvolgeranno i due protagonisti e i tre bambini. Un rovesciamento capace di originare invero situazioni molto divertenti, tra frustrazioni (neo) genitoriali proiettate dai due sui piccoli – si veda la partita di calcetto e la recita ispirata a Stranger Things – tragicomici tentativi di recuperare sprazzi della vecchia vita, e la progressiva scoperta da parte della coppia di un’”impensabile” (virgolette d’obbligo) propensione a fare da genitori.

Efficacia comica e limiti di fondo

Tre di troppo, Fabio De Luigi e Virginia Raffaele con i "tre di troppo" in una foto
Tre di troppo, Fabio De Luigi e Virginia Raffaele con i “tre di troppo” in una foto del film

Rispetto al già citato Beata te, questo Tre di troppo si presenta come un’operazione più apertamente favolistica, e se si vuole anche dal fondo più esile. Ciò non impedisce tuttavia al film di Fabio De Luigi di risultare molto godibile, e anche centrato, quando mette alla berlina singoli aspetti del mestiere di genitore (la temibile chat delle mamme su WhatsApp, i poco edificanti consigli dati dal personaggio di Marco al figlio, durante la già citata partita di calcetto) oltre che alcuni elementi collaterali di quell’universo; particolarmente esilarante – e molto credibile, nella sua stilizzazione grottesca – è a questo proposito la sequenza in cui i due incontrano un guru della pedagogia (interpretato dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone), che finisce sbugiardato dalla coppia proprio nel vuoto concettuale dei consigli che elargisce. Più in generale, il film di De Luigi finisce per funzionare decisamente meglio come commedia brillante – trainata dalla simpatia dei due protagonisti, nonché da una certa abilità nel riproporre, in chiave grottesca ed estremizzata, molte situazioni-tipo delle moderne famiglie nucleari – piuttosto che sul piano sentimentale ed emotivo; la connessione, come abbiamo già specificato in apertura, viene raggiunta principalmente con quegli spettatori che partono già ben predisposti. È proprio quando il film tenta di avventurarsi in territori “melò” (si veda il flashback col protagonista bambino ambientato in una piscina) che il tutto scricchiola pericolosamente. A tenere su Tre di troppo ci sono comunque le buone prove attoriali (estese anche ai personaggi collaterali), un intreccio comico/fantastico generalmente ben orchestrato, e la capacità, pur parziale e intermittente, di riflettere su un tema importante con gli strumenti della commedia. Ci si può accontentare.

Tre di troppo, la locandina

Scheda

Titolo originale: Tre di troppo
Regia: Fabio De Luigi
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 107’
Genere: Commedia
Cast: Barbara Chichiarelli, Fabio Balsamo, Fabio De Luigi, Marina Rocco, Virginia Raffaele, Greta Santi, Martina Cavazzana, Renato Marchetti, Beatrice Arnera, Beatrice Buticchi, Beatrice Stella, Francesco Quezada, Valerio Marzi
Sceneggiatura: Fabio De Luigi, Michele Abatantuono, Laura Prando
Fotografia: Timoty Aliprandi
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Stefano Della Casa
Produttore: Maurizio Totti, Alessandro Usai, Roberto Amoroso, Maria Theresia Braun
Casa di Produzione: Warner Bros. Italia, Alfred Film S.r.l., Colorado Film Production
Distribuzione: Warner Bros. Italia

Data di uscita: 01/01/2023

Pubblicità

Trailer

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.