IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA

IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA

Paolo Genovese confeziona con Il primo giorno della mia vita un dramma fantastico che va a toccare il tema del suicidio, attraverso le emblematiche storie di quattro personaggi; il materiale c’è, le potenzialità sono buone, ma il film non si libera da un generale senso di freddezza, unito a una difettosa messa a fuoco delle peculiarità dei personaggi.

Walking (almost) Dead

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In una Roma malinconicamente immersa in una notte piovosa, quattro personaggi hanno deciso contemporaneamente di porre fine alla loro vita. Arianna è una poliziotta che ha perso la figlia adolescente anni prima, senza esser mai riuscita a farsi una ragione di questa perdita; Napoleone è un motivatore terminalmente depresso, che sembra incapace di mettere in pratica i suoi stessi suggerimenti; Emilia una giovane ginnasta che, dopo una carriera da eterna seconda, ha subito un incidente che l’ha confinata sulla sedia a rotelle; Daniele uno youtuber bambino, che coi suoi video ha fatto il pieno di visualizzazioni ma si è anche attirato contro la persecuzione dei bulli della sua scuola. Nel momento stesso in cui i quattro stanno per mettere in atto il loro proposito, un uomo misterioso li intercetta e li fa salire sulla sua auto; per loro iniziano sette giorni di limbo, in cui si muoveranno per la città, invisibili a tutti, prendendo contatto con le conseguenze del loro gesto. Sette giorni in cui il misterioso “benefattore” tenterà di convincerli a tornare sui loro passi.

Una fiaba distopica

Il primo giorno della mia vita, Toni Servillo, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea in una scena
Il primo giorno della mia vita, Toni Servillo, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea in una scena del film

Regista capace di trattare temi interessanti e insoliti per il cinema italiano contemporaneo – senza tuttavia riuscire sempre, invero, a svilupparli al meglio delle loro potenzialità – Paolo Genovese adatta con questo Il primo giorno della mia vita un suo romanzo del 2018, che andava a toccare la difficile materia del suicidio. Il regista sembra voler orchestrare una sorta di fiaba contemporanea, che guarda al classico La vita è meravigliosa di Frank Capra e anche (nella struttura “morale” e nella prefigurazione del futuro) al Canto di Natale di Charles Dickens, calandosi tuttavia in un contesto ben più cupo; la Roma del film è un conglomerato metallico, quasi distopico, incapace di offrire di suo gli anticorpi necessari a una scelta estrema come quella dei quattro protagonisti. Anche l’”angelo” interpretato da Toni Sevillo, incaricato di far cambiare idea ai quattro, è una figura enigmatica e malinconica, un agente di forze esterne che non sembra esente dall’oscurità che ha avvolto la città e i suoi personaggi (i vivi, i morti e quelli a metà tra i due mondi). Le aperture luminose sono poche (un’improvvisata gita al mare, un incontro occasionale su una panchina), mentre le luci accese a indicare la presenza di una persona felice, in un’emblematica scena, durano spesso il tempo di pochi secondi.

Le incertezze narrative

Il primo giorno della mia vita, Valerio Mastandrea e Toni Servillo in una scena
Il primo giorno della mia vita, Valerio Mastandrea e Toni Servillo in una scena del film

Come per molti film di Genovese, ci sono potenzialità non del tutto sfruttate, ne Il primo giorno della mia vita, gravato da una certa freddezza di fondo e da un andamento eccessivamente dilatato; un andamento che diluisce il portato (melo)drammatico della storia senza riuscire a delineare, tuttavia, la necessaria evoluzione per i quattro personaggi. Se il background di alcuni di loro risulta piuttosto scontato (indoviniamo presto, in effetti, l’autentica storia della ginnasta col volto di Sara Serraiocco), la realtà di altri resta oscura e nebulosa, anche nelle peripezie attraversate nella storia: è il caso, questo, del Napoleone interpretato da Valerio Mastandrea, il personaggio potenzialmente più interessante, ma anche quello sviluppato in modo meno convincente. Proprio a questo proposito, la sceneggiatura sembra inizialmente voler affondare il coltello nell’interessante realtà dei “motivatori” e nel business che li circonda (con la sequenza ambientata nel teatro) salvo poi abbandonare questa via e ricondurre i tormenti del personaggio a un convenzionale problema di incomunicabilità coniugale (con annessa gelosia verso il collega e amico). Ugualmente poco convincente è il parallelo abbozzato tra il personaggio e quello interpretato da Toni Servillo, che parimenti sarebbe stato il caso di delineare con qualche tocco in più.

Una freddezza non voluta?

Il primo giorno della mia vita, Toni Servillo in una sequenza
Il primo giorno della mia vita, Toni Servillo in una sequenza del film

Più in generale, il materiale narrativo – e umano – presente ne Il primo giorno della mia vita avrebbe potuto dar luogo a un’opera più interessante e lucida; il film di Genovese, invece, si ammanta di un coté accattivante (la metallica fotografia di Fabrizio Lucci fa il suo lavoro) ma non si libera di una certa sensazione di incompiutezza, accentuata anche dalla dilatazione della storia e dalla dispersività delle vicende dei personaggi. Alcuni passaggi che avrebbero forse meritato un maggior rilievo (il filmato che raffigura il futuro dei quattro) vengono toccati in modo quasi timido dalla regia, mentre al contrario si calca troppo la mano – in modo non sempre credibile – su altri aspetti (il background familiare del piccolo Daniele). Proprio questi, comunque – interpretato dal piccolo Gabriele Cristini – offre alcuni dei momenti migliori del film, specie nell’interazione con la madre in lutto interpretata da Margherita Buy; i rispettivi personaggi restano probabilmente i più riusciti e credibili, al netto di alcuni dialoghi poco efficaci (il confronto conclusivo tra Arianna e il personaggio di Servillo). Si ha l’impressione, comunque, che il regista non sia riuscito a caricare della necessaria forza emotiva i momenti più pregnanti della storia, al punto che tutto il film pare gravato da una freddezza non voluta, che ne limita in gran parte il potenziale. Un peccato, vista la buona confezione e le ottime potenzialità del soggetto.

Il primo giorno della mia vita, la locandina
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Scheda

Titolo originale: Il primo giorno della mia vita
Regia: Paolo Genovese
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 121’
Genere: Commedia, Drammatico, Fantastico
Cast: Valerio Mastandrea, Toni Servillo, Antonio Gerardi, Elena Lietti, Margherita Buy, Giorgio Tirabassi, Sara Serraiocco, Thomas Trabacchi, Lidia Vitale, Lino Guanciale, Vittoria Puccini, Alessandro Tiberi, Fabiola Morabito, Gabriele Cristini, Andrea di Felice, Emanuele Macone
Sceneggiatura: Isabella Aguilar, Rolando Ravello, Paolo Genovese, Paolo Costella
Fotografia: Fabrizio Lucci
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Maurizio Filardo
Produttore: Marco Belardi, Paolo Sciarretta
Casa di Produzione: Lotus Production, Medusa Film
Distribuzione: Medusa Distribuzione

Data di uscita: 26/01/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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