NOI ANNI LUCE

NOI ANNI LUCE

Opera prima di Tiziano Russo, Noi anni luce mescola efficacemente il teen drama col film sulla malattia, giovandosi soprattutto delle buone prove dei protagonisti Carolina Sala e Rocco Fasano. Nella seconda parte il film sbanda e a tratti si dilunga un po’, ma la freschezza e la sincerità d’intenti restano innegabili.

L’amore ai tempi della malattia

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Quando si affronta un tema come quello della malattia, al cinema, i rischi sono sempre molteplici. Da un lato c’è la possibilità di dire cose già dette, vista la lunghissima tradizione di opere che raccontano la patologia – in particolare quella potenzialmente mortale – dai più svariati punti di vista; dall’altro c’è il pericolo del pietismo sempre in agguato, la consapevolezza di porsi su un terreno scivoloso che in ogni momento può farti cadere nelle secche del patetismo gratuito, o in quelle del già visto. Di questi rischi sembra essere ben consapevole questo Noi anni luce, opera prima del regista Tiziano Russo, che declina la malattia nell’ottica del teen movie contemporaneo, figlio di molte produzioni legate al mercato dello streaming: non è un caso che sia il regista che il co-protagonista Rocco Fasano vengano dall’ultima stagione di Skam Italia (ma Fasano l’abbiamo visto anche nell’interessante horror Non mi uccidere) e che la protagonista Carolina Sala sia quella della serie Netflix Fedeltà (ma anche del recente, problematico dramma Vetro). Teen movie mescolato al filone della malattia quindi, o teen sick movie, come l’ha definito qualcuno, a far stridere il tema del coming of age e dell’educazione sentimentale con quello di un tempo che rischia di essere impellentemente troppo breve.

Sulle tracce del passato, per il futuro

Noi anni luce, Carolina Sala e Caterina Guzzanti in una sequenza
Noi anni luce, Carolina Sala e Caterina Guzzanti in una sequenza del film

Al centro della trama di Noi anni luce c’è la diciassettenne Elsa (Carolina Crescentini), giovane promessa del canottaggio, che durante un’importante gara accusa un improvviso malore. Portata in ospedale, la giovane viene trattenuta per una serie di esami, al termine dei quali la diagnosi è inattesa quanto impietosa: leucemia mieloide acuta. L’unica speranza, per la ragazza, è un trapianto di midollo da un donatore compatibile, ma sua madre Katia (interpretata da Caterina Guzzanti) è impossibilitata a donare per problemi di salute. Mentre sua madre cerca una qualche soluzione, Elsa conosce Edo (Rocco Fasano), un giovane paziente che sostiene di aver già avuto il trapianto, e di essere quindi in via di guarigione. La simpatia che si crea subito tra i due va di pari passo con la determinazione che progressivamente si impossessa di Elsa: la ragazza decide di andare a cercare suo padre, che lasciò la famiglia alla sua nascita e che lei stessa non ha mai conosciuto, per chiedergli di donare il midollo per lei. Edo l’accompagnerà nel viaggio, per una ricerca la cui unica, flebile traccia è una vecchia foto e un’insegna sbiadita, che forse indica un certo luogo, o forse qualcosa di totalmente diverso…

Lo sguardo teen

Noi anni luce, Rocco Fasano e Carolina Sala in una sequenza
Noi anni luce, Rocco Fasano e Carolina Sala in una sequenza del film

Non sceglie, come molti film analoghi, l’inizio in medias res, Noi anni luce, mostrando al contrario una quotidianità – quella di un’adolescente come tante, della media borghesia, dalla promettente carriera sportiva – e il suo stravolgimento a causa dell’irrompere della patologia, col peso di una consapevolezza difficile da portare per chiunque. Il convitato di pietra, fin dall’inizio, l’elemento che resta fuori campo e non viene nemmeno nominato, è proprio quel genitore che, come da tradizione, si rivelerà il soggetto capace di cambiare (potenzialmente) le sorti della vicenda. L’ottica che la sceneggiatura scritta da Isabella Aguilar e Serena Tateo adotta è integralmente quella della giovane protagonista, che fa collidere la difficile presa di coscienza della patologia con le fasi di una simpatia e di un avvicinamento col co-protagonista che da subito assume i connotati della love story adolescenziale. Il mood teen del film è presente (un po’ paradossalmente) principalmente nella prima parte del film, quella ambientata in ospedale, in cui il gioco di sguardi e scambi verbali tra i due – ottimamente orchestrato dalla regia – suggerisce da subito la precisa direzione che verrà impressa alla trama. Più problematica si rivela la gestione del personaggio di Rocco, su cui lo script fornisce da subito evidenti indizi, rendendone manifeste le caratteristiche (e la condizione) e depotenziando pertanto, in parte, gli sviluppi narrativi successivi.

Sulla strada

Noi anni luce, Carolina Sala e Fabio Troiano in una scena
Noi anni luce, Carolina Sala e Fabio Troiano in una scena del film

Nella sua seconda parte, Noi anni luce diventa un classico road movie, in cui la metafora del viaggio quale scoperta di sé (e in questo caso delle proprie radici, mai conosciute e anzi rifuggite) si accompagna a quella del definitivo rinsaldarsi dei legami con l’altro – di nuovo il personaggio di Edo, che mantiene un’ottima chimica con la protagonista – e di un possibile futuro che, per quanto segnato dal fantasma dell’incertezza e da un tempo ballerino, inizia a delinearsi dietro le persistenti nubi.

Qualche ingenuità nei raccordi narrativi, in questa seconda parte, e un ritmo non sempre omogeneo (la frazione centrale tende a dilungarsi in una ricerca non sempre funzionale) non cancellano la piacevolezza complessiva della visione del film di Tiziano Russo, che ha dalla sua il dono della sintesi (i 90 minuti, insieme a una colonna sonora che è contemporaneamente caratterizzante e discreta) e l’evidente sincerità e freschezza del materiale di base. I limiti restano quelli di una certa timidezza nella resa registica – che a tratti si identifica col compitino ben svolto – oltre a una parte finale eccessivamente prolungata, in cui l’elemento-credibilità scricchiola pericolosamente insieme a tutta la costruzione narrativa. Limiti forse (in parte) fisiologici nel genere di riferimento, che comunque non inficiano la riuscita sostanziale di quest’opera prima, capace di ispirare simpatia per la freschezza nel trattamento di temi tutt’altro che facili, oltre che per la sua capacità, restando nel recinto del teen movie, di risultare godibile anche al di fuori del suo target naturale. Non era scontato.

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Locandina

Noi anni luce, la locandina del film

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Scheda

Titolo originale: Noi anni luce
Regia: Tiziano Russo
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 103’
Genere: Drammatico
Cast: Caterina Guzzanti, Carolina Sala, Adalgisa Manfrida, Rocco Fasano, Daniele Parisi, Fabio Troiano, Laila Al Habash
Sceneggiatura: Serena Tateo, Isabella Aguilar
Fotografia: Vito Frangione
Montaggio: Roberto Missiroli, Giorgia Currà
Musiche: Stefano Sabatini
Produttore: Guglielmo Marchetti
Casa di Produzione: Notorius Pictures
Distribuzione: Notorius Pictures

Data di uscita: 27/07/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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