CLERKS III

CLERKS III

A 16 anni dal secondo capitolo (e a 28 dal suo primo, storico film) Kevin Smith chiude con Clerks III una trilogia che ha segnato a fondo il suo cinema, e lo stesso universo da lui creato. Lo fa con un commiato squilibrato e sbalestrato, imperfetto ma tanto autentico (e anche toccante) da risultare a suo modo irresistibile.

Il commiato dei commessi

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È stato un destino curioso, quello di Clerks III, sequel che chiude (almeno a quanto ci è dato, attualmente, sapere) una trilogia iniziata nel 1994, con uno dei cult movie per eccellenza di quel decennio. Un destino che ha visto Kevin Smith tornare ai suoi personaggi a ben 16 anni di distanza dal secondo capitolo, e addirittura a 28 dal primo; nel frattempo, praticamente tutto è cambiato, per il regista del primo, storico Clerks – Commessi, che tra alti e bassi ha continuato a sviluppare il suo View Askewniverse – universo condiviso di film in film, nato ben prima dell’ingresso nell’industria cinematografica dei Marvel Studios – perdendo tuttavia, quasi completamente, il favore della critica. Ma quello che fa impressione, del destino di Clerks III, è soprattutto il tono minore – per non dire proprio minimo – con cui è stato distribuito, tanto negli USA (dove almeno ha goduto di una limitata distribuzione cinematografica) quanto soprattutto in Italia: nel nostro paese, il film di Smith ha fatto un primo passaggio, lo scorso novembre, sulle principali piattaforme con la formula on demand, per poi passare su Netflix (del tutto in sordina) in questi giorni. Una quasi invisibilità di fatto, per un lavoro originato da un tanto glorioso predecessore, che inevitabilmente trasmette una certa dose di malinconia; una malinconia che amplia il sentore del tempo trascorso da allora. Un sentore che, a ben guardare, è alla base del film stesso e della sua esistenza.

Il film nel film

Clerks III, Brian O'Halloran, Jeff Anderson, Kevin Smith, Austin Zajur e Trevor Fehrman in un momento
Clerks III, Brian O’Halloran, Jeff Anderson, Kevin Smith, Austin Zajur e Trevor Fehrman in un momento del film

In Clerks III ritroviamo i quasi cinquantenni Dante e Randall (di nuovo interpretati da Brian O’Halloran e Jeff Anderson) dietro il bancone dello storico Quick Stop, da loro acquistato alla fine dello scorso capitolo. Il negozio accanto, il fu RST Video, si è trasformato negli ultimi anni in una rivendita autorizzata di marijuana, gestita dagli immancabili Jay e Silent Bob (a cui danno ancora il volto Jason Mewes e lo stesso Smith). La routine del gruppo viene sconvolta quando Randall viene colpito da un infarto, da cui si salva solo grazie al pronto intervento degli amici e alle cure immediate dei sanitari. Portato a riflettere sulla sua vita e sulle scelte del passato, intimamente insoddisfatto dei conseguimenti ottenuti finora, l’uomo decide così di rimettersi in gioco, annunciando di voler dirigere il suo primo film: sarà un film destinato a raccontare la sua stessa vita all’interno del Quick Stop, che vedrà i suoi amici e colleghi nel ruolo di se stessi. Una sfida che, tuttavia, si rivelerà irta di difficoltà pratiche, e non priva di momenti di tensione e incomprensione con l’amico e collega di sempre Dante.

Senza perdere lo sberleffo

Clerks III, Jason Mewes e Kevin Smith in una scena
Clerks III, Jason Mewes e Kevin Smith in una scena del film

La carriera di Kevin Smith si è caratterizzata, nel corso dei decenni, per un progressivo allontanamento dai circuiti del cinema “che conta” (ivi compreso quello indie), parallelamente al sempre più spinto disinteresse – quando non all’aperta ostilità – di una buona parte della critica nei suoi confronti. Una vera e propria amnesia collettiva (a nostro avviso ingenerosa, verso un cineasta che ricopre comunque un ruolo importante nel cinema americano degli ultimi decenni) che si è accompagnata a un’impostazione sempre più apertamente cazzona e sopra le righe, nei film diretti dal regista del New Jersey: l’attitudine, cioè, di chi ormai non si preoccupa più di compiacere il circuito dell’arthouse film e quello dei festival, e può permettersi di proporre il suo cinema nerd e il suo universo di figurine grottesche – estremizzazione di un vissuto certo peculiare – senza dover giustificare nulla a nessuno. Un approccio, questo, che abbiamo riscontrato tanto nelle commedie dirette da Smith – genere che resta comunque quello da lui prediletto – quanto nelle sue occasionali incursioni in altri filoni (si pensi all’horror grottesco di Tusk e Yoga Hosers); ed è un approccio da cui – a dispetto di un’impostazione più seriosa e malinconica, e di una più spinta componente autobiografica – non è esente nemmeno questo Clerks III. Un film che vuole riflettere sul tempo, fare un primo bilancio nella carriera e nella vita del suo autore (che subì lui stesso, nel 2018, l’esperienza dell’infarto qui traslata nel personaggio di Randall) senza tuttavia rinunciare allo sberleffo “basso” e alla voglia di dissacrare. Con tutte le conseguenze, positive e negative, del caso.

Emozionante imperfezione

Clerks III, Brian O'Halloran e Rosario Dawson in una scena del film
Clerks III, Brian O’Halloran e Rosario Dawson in una scena del film di Kevin Smith

Il non perfetto equilibrio tra la componente più ludica, sboccata e “caciarona” di Clerks III, e quella più intimista e malinconica, è il principale limite del film di Kevin Smith, che finisce alternativamente per esagerare dall’uno e dall’altro lato, senza riuscire mai a trovare un’efficace sintesi. Tuttavia, proprio questo “fallimento” segna anche, in qualche modo, il pregio principale del film, tutto riflesso nell’autenticità del vissuto dei protagonisti, in quei volti invecchiati – e straordinariamente autentici – che costruiscono in progress un film nel film che tenta l’impresa impossibile di riportare indietro le lancette dell’orologio. Non hanno senso i paragoni col primo Clerks, sembra dirci esplicitamente Smith, per quanto a fondo, e in modo irreversibile, è cambiato il cinema nel frattempo; l’unico modo in cui davvero possiamo ridar vita a quei volti, a quegli irripetibili dialoghi, a quei jokes che hanno segnato l’immaginario di un’intera generazione di spettatori, è attraverso il sogno, forse l’ultimo prima di chiudere per sempre la porta e migrare altrove. E allora, l’operazione di meta-cinema compiuta da Kevin Smith appare più autentica e sentita di tante altre analoghe, algide e calcolate come sono: lo appare proprio nella sua imperfezione, nel suo continuo deragliare, tra streghe-infermiere che scherzano sulle dimensioni del pene di pazienti in punto di morte, e fantasmi di persone amate tornati a orientare le scelte di chi è rimasto: tra farsa e melodramma, insomma, sublimemente dissonanti e autentici. La consapevolezza del carattere autobiografico di Clerks III, del suo mettere insieme cinema e vita (quelli, entrambi sbalestrati e pienamente vissuti, del suo autore) rende questo commiato toccante e a suo modo irresistibile. Chissà, forse nel Quick Stop ci torneremo, prima o poi, ma questa parte di storia sembra proprio essersi chiusa: non senza un bel po’ di emozione.

Clerks III, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Clerks III
Regia: Kevin Smith
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 112’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Ben Affleck, Danny Trejo, Fred Armisen, Rosario Dawson, Amy Sedaris, James Murray, Justin Long, Sarah Michelle Gellar, Austin Zajur, Chris Wood, Donnell Rawlings, Kevin Smith, Brian O'Halloran, Brian Quinn, Bryan Johnson, Byron Stanley, Diana Devlin, Ernest O'Donnell, Gail Stanley, Jason Mewes, Jeff Anderson, Joe Gatto, Jordan Monsanto, Kevin O'Donnell, Logan Mewes, Melissa Benoist, Michael Belicose, Mike Zapcic, Ming Chen, Phallon Adriana, Rajiv Thapar, Ralph Garman, Sal Vulcano, Trevor Fehrman, Vincent Pereira, Walter Flanagan, Yassir Lester
Sceneggiatura: Kevin Smith
Fotografia: Learan Kahanov
Montaggio: Kevin Smith
Musiche: James L. Venable
Produttore: Chelsey Cole, Jordan Monsanto, Jennifer Schwalbach Smith, Liz Destro, Ernest O'Donnell
Casa di Produzione: BondIt Media Capital, Destro Films, View Askew Productions, SModcast Pictures
Distribuzione: Eagle Pictures, Netflix

Data di uscita: 02/11/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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