SCIOPERO DEGLI ATTORI, IL SAG-AFTRA CONFERMA L’AGITAZIONE: “NON RISPETTANO IL NOSTRO LAVORO”

SCIOPERO DEGLI ATTORI, IL SAG-AFTRA CONFERMA L’AGITAZIONE: “NON RISPETTANO IL NOSTRO LAVORO”

Il sindacato degli attori americani ha confermato lo sciopero dopo il fallimento delle trattative. Non succedeva dagli anni ‘60 che sceneggiatori e attori si astenessero dal lavoro contemporaneamente.

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Si è tentato fino all’ultimo di trovare una mediazione con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, ma alla fine le trattative non sono andate a buon fine: gli attori membri del SAG-AFTRA, sindacato americano, sono entrati ufficialmente in sciopero. L’agitazione, che partirà effettivamente dalla mezzanotte ora locale, è stata spiegata in conferenza stampa dai responsabili dell’organizzazione, che hanno attribuito alla parte datoriale il fallimento delle trattative.

I punti su cui non si è riuscito a trovare un accordo, in particolare, sono l’uso dell’intelligenza artificiale, le percentuali sui guadagni portati dallo streaming, i contributi per le pensioni e l’assicurazione sanitaria. Si tratta dalla prima volta, dagli anni ‘60, che uno sciopero degli attori viene annunciato in contemporanea con uno degli sceneggiatori.

Fran Descher, presidente del SAG-AFTRA, ha spiegato: “Quello che sta succedendo, succede in tutti i settori lavorativi. Quando i datori di lavoro hanno come priorità Wall Street e l’avarizia, e si dimenticano di chi davvero contribuisce a far funzionare questa macchina, allora c’è un problema. Per noi questo è un momento importante”.

L’attrice ha proseguito: “Io mi sono avvicinata alle trattative pensando che saremmo riusciti a evitare uno sciopero. Sono consapevole della gravità di questo momento, tutti i membri del comitato e del nostro consiglio lo sono. Siamo arrivati a questo punto con grande tristezza, ma non avevamo alternative. Siamo noi le vittime, qui. Lo siamo diventati per colpa di un’entità avara”.

La responsabilità del fallimento delle negoziazioni, secondo Descher, è quindi interamente da attribuire agli studios: “Sono sconvolta dal modo in cui ci stanno trattando. Non riesco a credere al modo in cui siamo distanti su così tante cose, dicono di essere in povertà e intanto danno milioni di dollari ai loro CEO. Che si vergognino! Sono dalla parte sbagliata della storia”.

Durante lo sciopero, di fatto, gli attori si asterranno dal lavoro sul set e non parteciperanno a eventi promozionali, incontri con la stampa, première di film o serie e cerimonie di premiazione. Le negoziazioni sono teoricamente ancora possibili, come spiegato durante la conferenza stampa, ma la situazione appare molto complicata.

L’AMPTP, dal canto suo, ha respinto le accuse, sostenendo che c’è profonda tristezza per la scelta del sindacato, e affermando che lo sciopero avrà gravi conseguenze su migliaia di persone che lavorano nel settore. Tra le conseguenze immediate dell’agitazione si prevede l’assenza delle star americane sui red carpet dei festival autunnali, in primis quello di Venezia, a meno che non si riesca nel frattempo a raggiungere un accordo in extremis.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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