ADDIO A GIULIANO MONTALDO, IL REGISTA ITALIANO È MORTO A 93 ANNI

ADDIO A GIULIANO MONTALDO, IL REGISTA ITALIANO È MORTO A 93 ANNI

Si è spento oggi a 93 anni, nella sua casa di Roma, Giuliano Montaldo, regista e attore, noto per le sue opere di impegno sociale e politico. Nel 1971 aveva diretto Sacco e Vanzetti.

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Addio a Giuliano Montaldo, regista e attore italiano, tra gli ultimi eredi della tradizione del neorealismo ed esponente di quel cinema di impegno civile e politico che ebbe particolare fortuna negli anni ‘70. Montaldo, che aveva 93 anni, si è spento stamattina nella sua casa di Roma, con accanto sua moglie Vera Pescarolo, la figlia Elisabetta, e i due nipoti Inti e Jana Carboni. Per scelta della famiglia, non ci saranno esequie pubbliche.

In una carriera pluridecennale, articolatasi dagli anni ‘60 fino a tempi recentissimi, il Montaldo regista viene ricordato soprattutto per opere come quelle che compongono la trilogia del potere, ovvero Gott mit uns (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973), che esploravano rispettivamente il potere militare, giudiziario e religioso. Ma non va dimenticata la sua attività di regista televisivo, che lo portò a dirigere nel 1982, per la Rai, il kolossal in 8 puntate Marco Polo.

Nato a Genova il 22 febbraio 1930, Giuliano Montaldo, dopo essere stato partigiano durante l’occupazione tedesca, esordì come attore nel 1951 in Achtung! Banditi di Carlo Lizzani, in cui affiancava Gina Lollobrigida. In seguito, continuò a lavorare come attore per tutto l’arco della sua carriera, con registi quali Emmer, Francesco Maselli, Elio Petri, Valerio Zurlini, Margarethe von Trotta, Nanni Moretti e Carlo Verdone, oltre al Francesco Bruni che lo diresse in Tutto quello che vuoi, che nel 2018 gli valse un David di Donatello come attore protagonista.

La carriera da regista di Montaldo iniziò invece nel 1961 con Tiro al piccione, per poi proseguire con oltre 20 film, la maggior parte dei quali furono musicati da Ennio Morricone: tra le collaborazioni tra i due vanno ricordate quelle di Gli intoccabili (1969) con John Cassavetes, il già citato classico Sacco e Vanzetti con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla (premio per il miglior attore a Cannes nel 1971) e L’Agnese va a morire (1976) con protagonista Ingrid Thulin.

L’ultimo film da regista di Giuliano Montaldo, datato 2011, fu L’industriale, co-sceneggiato da Andrea Purgatori e interpretato da Pierfrancesco Favino. Nel 2002, il regista fu nominato Cavaliere di Gran Croce dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2021 è uscito il suo libro autobiografico Un grande amore, in cui Montaldo ha raccontato per la prima volta la sua vita e la sua carriera, e in particolare il profondo legame umano e professionale con sua moglie Vera Pescarolo.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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