WONKA

WONKA

Diretto da Paul King (Paddington 1 e 2) e interpretato da Timothée Chalamet, Hugh Grant e Olivia Colman, Wonka è il prequel di un celebre romanzo e di due altrettanto celebri film. Ha colore, musica, un ottimo protagonista e tantissimo cioccolato. Trasmette anche l’impressione di un’occasione persa. In sala dal 14 dicembre 2023.

Ritratto di Wonka da giovane

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Nell’epoca del cinema in serie e di offerte senza troppa personalità, Wonka è una timida variazione su un tema sgualcito: il prequel del romanzo, prima ancora che dei film. Antefatto de La fabbrica di cioccolato, classico per l’infanzia scritto da Roald Dahl – considerando i corti di Wes Anderson su Netflix, il 2023 è davvero il suo anno – nel 1964. Al cinema c’era già finito due volte. La prima nel 1971, e il protagonista era Gene Wilder. La seconda nel 2005, di e con Tim Burton e Johnny Depp. Per questo terzo capitolo, in sala dal 14 dicembre 2023, cronologicamente sarebbe il primo, dietro la macchina da presa si sistema Paul King, il regista dei due fortunatissimi Paddington. Mentre davanti, a dar corpo, voce e movenze al ritratto dell’ambizioso eroe da giovane, è il turno di Timothée Chalamet. Il protagonista non è ancora quello che conosciamo. Gli serve una cosa.

Un giovane uomo e il suo sogno

Wonka, un'immagine del film
Wonka, un’immagine del film

Willy Wonka (Timothée Chalamet) è un giovane dalla disinvolta verve imprenditoriale, estremamente ambizioso, a corto di liquidità. Non ha il becco di un quattrino, sogna di aprire una cioccolateria in centro, è venuto in città dalla campagna per questo. Dell’infanzia sappiamo il giusto; c’è la mamma (Sally Hawkins) prematuramente scomparsa che gli ha insegnato tutto quel che c’è da sapere sulla cioccolata e la magia. L’offerta perfetta è la combinazione delle due. Qualche anno (e molte lacrime) più tardi, Willy ha per le mani il cioccolato più buono e creativo del mondo. Ma non ha una casa. È questo che cerca.

Riuscirà a trovarla, non è mica uno spoiler, di prequel trattandosi l’elemento sorpresa è sul come piuttosto che sul cosa. Gli ostacoli sono tanti. C’è la feroce opposizione del cartello della cioccolata, con a capo il diabolico signor Slugworth (Paterson Joseph) e la complicità dell’improbabile prelato Rowan Atkinson, che vende un prodotto annacquato e non tollera la (sleale perché nobilissima) concorrenza di Willy. Anche la pavida compiacenza delle forze dell’ordine; il capo della polizia (Keegan-Michael Key) si lascia corrompere con estrema docilità, un dolcetto dopo l’altro. Per finire le losche macchinazioni della signora Scrubbit (Olivia Colman), la locandiera che con un’astuzia finto-legale imprigiona Willy nelle segrete del suo ostello costringendolo a lavorare come uno schiavo. Qui il protagonista incontra tanti amici, legando soprattutto con Noodles (Calah Lane), alla locanda dalla nascita e mai più uscita. Il sogno di Willy diventa una speranza per tutti. Manca qualcuno?

Oompa-Loompa

Wonka, Timothée Chalamet e Hugh Grant in una scena del film
Wonka, Timothée Chalamet e Hugh Grant in una scena del film

Manca, certo. Ma arriva, nella seconda metà della storia, insieme alle canzoni più famose, che si chiamano “Pure Imagination” e, ovviamente, “Ooompa-Loompa”. È piccolo, ha un colorito particolare e la fisicità finto burbera di un Hugh Grant decisamente in parte. L’Oompa-Loompa (qui si usa la versione inglese con doppia o) è il traino naturale tra l’immaginario del prequel di Paul King e tutto quello che lo spettatore conosce già, ma che in termini di cronologia del franchise (già) deve ancora accadere. Il colore, il cioccolato, quel profumo di capitalismo dal volto umano intriso di magia e un pizzico di satira sociale. Wonka cerca di anticipare i contorni di una storia nota senza tradirne l’essenza. Non è facile intervenire su una ricetta di successo, specialmente se l’idea è di alterarne leggermente il sapore ma senza squilibrarne il rapporto complessivo. Il film mira al bersaglio grosso, non fa centro ma non è tutto da buttare, anzi.

Pro e contro di un film difficile da recensire

Wonka, Timothée Chalamet e Calah Lane in una sequenza del film
Wonka, Timothée Chalamet e Calah Lane in una sequenza del film

Non è un film facile da recensire, Wonka. È necessario trovare il corretto bilanciamento tra i pro e i contro, perché ci sono cose che non funzionano e altre, invece, molto gradevoli. Da dove cominciare? Prequel dal sapore dickensiano (anche qui, infatti, i cattivi hanno più spessore dei buoni), con una lussureggiante fantasia disneyana e una spolveratina di Broadway al posto della critica delle iniquità della società vittoriana, Wonka non supera a pieni voti la prova della coerenza. È la storia di un poetico, sognatore e leggiadro mastro cioccolataio che sfida il diabolico cartello – gli avvelenatori del gusto comune – proponendo la ricetta definitiva: la cioccolata con un’anima. È un imprenditore e insieme un creatore di sogni. La sua sfida, che in teoria sarebbe quella del film, consiste non tanto nel nobilitare l’evasione, l’intrattenimento, quanto piuttosto nel dimostrare che si può essere commerciali, popolari, aperti a tutti, senza smarrire qualità e integrità. È qui che il film incespica, perché ha colore, ritmo, un’estetica fantasy che sullo schermo mancava da un po’. Ma è anche convenzionale nella proposta e superficiale nelle psicologie. Somiglia più alle idee del cartello, che all’estro malizioso del protagonista.

Eppure, Timothée Chalamet è un Willy Wonka notevole. Ha la leggerezza giusta, una grazia e una leggiadria intonate alle necessità plastiche – suono e coreografia – del film. Il musical è la sua casa. Ha un problema, tre per la verità. Ha molto successo, è giovane e piace alle donne; da qui la tendenza a risolvere con una supponente alzata di spalle le sue pretese artistiche. Ha dalla sua una fragilità simpatica venata di malizia e un pizzico di cinismo, qualità che dona senza riserve al protagonista, cercando in ogni modo di eludere i limiti di una scrittura non così coraggiosa. Si sposa bene, il suo modo di essere e di fare cinema, alla simpatica antipatia di Hugh Grant e alla malignità divertita di Olivia Colman. Interpreti di pregio per un prequel formalmente molto solido, nella sostanza più debole del necessario.

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Locandina

Wonka, la locandina italiana del film di Paul King

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Scheda

Titolo originale: Wonka
Regia: Paul King
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti / 2023
Durata: 116’
Genere: Commedia, Avventura, Musical, Fantastico
Cast: Keegan-Michael Key, Timothée Chalamet, Olivia Colman, Sally Hawkins, Natasha Rothwell, Justin Edwards, Hugh Grant, Jim Carter, Freya Parker, Kobna Holdbrook-Smith, Rakhee Thakrar, Calah Lane, Colin O’Brien, Mathew Baynton, Matt Lucas, Paterson Joseph, Rich Fulcher, Rowan Atkinson, Simon Farnaby, Tom Davis, Tracy Ifeachor
Sceneggiatura: Paul King, Simon Farnaby
Fotografia: Chung Chung-hoon
Montaggio: Mark Everson
Musiche: Joby Talbot
Produttore: David Heyman, Luke Kelly, Alexandra Derbyshire, Rob Silva
Casa di Produzione: Heyday Films, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros.

Data di uscita: 14/12/2023

Trailer

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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