MADAME WEB

MADAME WEB

Oltremodo massacrato dalla critica d’oltreoceano, Madame Web è un cinecomic evanescente, prevedibile quanto a suo modo (relativamente) piacevole: un prodotto che sconta in parte il voler introdurre un ramo, nel cosiddetto Sony’s Spider-Man Universe, che forse non avrà seguito, in parte alcune evidenti ingenuità e trascuratezze di sceneggiatura.

Piccole (e grandi) donne ragno

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Esce in un periodo non proprio positivo per i cinecomic, questo Madame Web. Un periodo in cui i due giganti del settore (Marvel Studios e i rinnovati DC Studios) stanno attraversando, ognuno in modo diverso, una fase di transizione: il primo per i recenti insuccessi – ultimi, in ordine di tempo, Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels – spia dell’evidente disaffezione del pubblico per quella che un tempo pareva una corazzata invincibile; il secondo per l’attesa del già chiacchieratissimo “nuovo corso” a opera di James Gunn e Peter Safram, che sarà inaugurato da qui a un anno con Superman: Legacy. Questa produzione Sony firmata da S.J. Clarkson – regista britannica con un lungo background televisivo – è quindi un progetto che parte in un certo senso già in salita: sia per il suo offrirsi a un pubblico ormai smaliziato – e un po’ stanco di modelli narrativi ed estetici che paiono ripetersi con sempre minor mordente – sia in riferimento a una critica che (bisogna dirlo) oggi appare molto meno ben disposta, in generale, verso il filone. A ciò aggiungiamo anche lo scarso mordente che, fin già dalla sua creazione, il cosiddetto Sony’s Spider-Man Universe ha esercitato sul pubblico: un universo condiviso visto inevitabilmente come un cugino di secondo rango di quello Marvel (col quale pure, in altri tempi, si ipotizzava una connessione), ancor meno attraente per il grande pubblico ora che le quotazioni dello stesso MCU appaiono in netto ribasso. La critica americana – e, stando alle prime recensioni apparse sul web, quella italiana non pare da meno – sembra non aver proprio perdonato al film con Dakota Johnson una struttura che appare già più datata di quanto in effetti non sia, oltre a un approccio da origin story per un personaggio dal futuro a dir poco incerto.

La ragnatela del passato

Madame Web, Dakota Johnson in una sequenza del film
Madame Web, Dakota Johnson in una sequenza del film

Dopo un prologo ambientato nella foresta amazzonica del 1973, il plot di Madame Web si sposta nella New York di 30 anni dopo: qui seguiamo le vicende della paramedica Cassandra Webb, che dopo un incidente quasi mortale con la sua ambulanza pare acquisire misteriosi poteri di chiaroveggenza. Mentre sta ancora cercando di venire a capo delle sue nuove facoltà, la donna ha la chiara percezione del pericolo corso da tre sconosciute adolescenti: dopo aver salvato le giovani Julia, Mattie e Anya da un misterioso aggressore, che sembra avere i poteri di un ragno, Cassandra capisce così di essere oscuramente legata tanto alle tre ragazze, quanto al loro pericoloso persecutore. Il segreto di questi eventi sembra essere celato nel passato della donna, e in particolare nel giorno in cui sua madre morì, trent’anni prima, proprio dandola alla luce.

Inconsapevoli sovrapposizioni

Madame Web, Sydney Sweeney, Isabela Merced e Celeste O'Connor in una sequenza del film
Madame Web, Sydney Sweeney, Isabela Merced e Celeste O’Connor in una sequenza del film

Abbiamo rivelato volutamente il meno possibile, del plot di base di Madame Web, ma va comunque detto che lo svolgimento del film di S.J. Clarkson non riserva sostanziali sorprese. Questo quarto film dell’universo condiviso della Sony si muove lungo traiettorie ampiamente già battute, scegliendo tuttavia – e questo non è necessariamente un male – l’autosufficienza rispetto ai restanti tasselli del franchise (finora composto dai due episodi di Venom e dal più recente Morbius). Una scelta quasi obbligata, visto il carattere volutamente introduttivo assunto dalla storia, tanto rispetto alla protagonista quanto alle sue tre giovani comprimarie: figure, queste ultime, le cui versioni adulte dovremmo vedere (?) in un ipotetico sequel ambientato ai giorni nostri. Il limite principale del film di Clarkson – al di là di limitazioni di budget che appaiono evidenti in certo digitale un po’ cheap – sta di fatto proprio nel suo scegliere di essere origin story di qualcosa che forse non avrà più corso; e ciò, soprattutto, visto il futuro più che mai incerto dell’intero progetto di universo condiviso targato Sony. Come il già citato Morbius – ma contando comunque su un ritmo, a nostro parere, più continuo e convincente rispetto a quest’ultimo – Madame Web sembra riprodurre (involontariamente?) gli stilemi di un modello di cinecomic di qualche decennio fa, risalente a prima che il filone imboccasse la strada della continuity e dell’obbligatoria interconnessione delle storie: semplice, lineare, piacevolmente (a suo modo) prevedibile. L’ambientazione di un ventennio fa pare ricalcare lo stile ipersemplificato di storia e personaggi tipico di quegli anni, dando proprio l’impressione di una pellicola prodotta nel periodo: ma ci resta altresì difficile, invero, credere che si sia trattato di una scelta consapevole.

La simpatia del(la) loser

Madame Web, Tahar Rahim in un momento del film
Madame Web, Tahar Rahim in un momento del film

Certo, i limiti di Madame Web restano piuttosto evidenti, e non solo in relazione alla (già evidenziata) scelta della sua struttura, o al suo fare da apripista a un gruppo di personaggi che forse verrà prematuramente abbandonato: la sceneggiatura scritta dalla regista insieme alla coppia composta da Matt Sazama e Burk Sharpless (al loro attivo, oltre a Morbius, anche il poco entusiasmante Dracula Untold) fa obiettivamente acqua in più di un punto, specie nella seconda, improbabile e piuttosto pasticciata frazione della storia. Se Tahar Rahim riesce a caratterizzare abbastanza bene un villain il cui legame con la protagonista viene a più riprese, opportunamente, evidenziato, lo script si dimentica di fornire il minimo sindacale di spiegazione al suo mancato invecchiamento (spiegazione la cui base possiamo intuire, ma che andava comunque esplicitata); a ciò si aggiungono frazioni di storia che, anche a uno sguardo non particolarmente attento ai dettagli, risultano sia eccessivamente affrettate che narrativamente scricchiolanti (una per tutte, l’improbabile viaggio della protagonista – già ricercata dalla polizia – in Perù). Trascuratezze in parte controbilanciate dalla vivace regia, e da una protagonista che sembra discretamente a suo agio sia nel ruolo di supereroina (non tanto) per caso, sia in quello di improbabile baby sitter per tre ipotetiche colleghe in erba. Il carattere in partenza “perdente” del film di S. J. Clarkson, e l’obiettivamente esagerato massacro che ha già subito, finiscono comunque per rendercelo inusitatamente simpatico. È la simpatia del loser, appunto, ma, di questi tempi, resta meglio di niente.

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Locandina

Madame Web, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Madame Web
Regia: S.J. Clarkson
Paese/anno: Stati Uniti / 2024
Durata: 117’
Genere: Fantascienza, Azione, Fantastico
Cast: Dakota Johnson, Adam Scott, Celeste O’Connor, Michael Malvesti, Mike Epps, Naheem Garcia, Tahar Rahim, Isabela Merced, Jennifer Ellis, Kris Sidberry, Brian Faherty, Cilda Shaur, Deirdre McCourt, Dominique Washington, Emma Roberts, Erica Souza, Gopal Lalwani, Jill Hennessy, Josh Drennen, José María Yazpik, Kathy-Ann Hart, Kerry Bishé, Mike Bash, Miranda Adekoje, Rena Maliszewski, Rosemary Crimp, Shaun Bedgood, Shawnna Thibodeau, Sydney Sweeney, Yuma Feldman, Zosia Mamet
Sceneggiatura: Burk Sharpless, S.J. Clarkson, Matt Sazama, Claire Parker
Fotografia: Mauro Fiore
Montaggio: Leigh Folsom Boyd
Musiche: Johan Söderqvist
Produttore: Lorenzo di Bonaventura
Casa di Produzione: Marvel Entertainment, Columbia Pictures, Di Bonaventura Pictures
Distribuzione: Sony Pictures

Data di uscita: 14/02/2024

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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