PRISCILLA

PRISCILLA

Restando molto più “pacata” rispetto a quanto aveva fatto in Marie Antoinette (2006), in Priscilla Sofia Coppola ha prediletto una messa in scena molto più composta e lineare. Una messa in scena in cui i primi piani della protagonista, ma anche i dettagli di pettini, trucchi e smalti per le unghie - e, non per ultime, le espressioni tra lo stupore e lo sgomento ogni qualvolta Elvis si rivela violento - fanno spesso da ottimi protagonisti e ben si sposano con vestiti dai colori sgargianti e l’arredamento kitsch di Graceland. In concorso all’80a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Colei che conquistò Elvis

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Se soltanto poco più di un anno fa il regista Baz Luhrmann ci regalava il suo personale ritratto del leggendario Elvis Presley con il suo Elvis, ecco ora arrivare, in corsa per il Leone d’Oro all’80a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, una sorta di risposta “femminile”. Stiamo parlando di Priscilla, ultima fatica della regista Sofia Coppola incentrata, appunto, proprio sulla figura di Priscilla Presley: un film che racconta, nello specifico, la storia d’amore della donna con la rockstar, dal loro incontro, avvenuto nel 1959, presso una base dell’esercito tedesco, fino alla loro convivenza a Graceland e al loro burrascoso matrimonio.

La parola alla diretta interessata

Priscilla, Cailee Spaeny in una scena del film
Priscilla, Cailee Spaeny in una scena del film

Nel corso della realizzazione di questo Priscilla, dunque, la stessa Priscilla Presley ha collaborato in qualità di produttrice esecutiva, in quanto il lungometraggio è tratto proprio dalla sua autobiografia, Elvis and Me (1985). Non a caso, dunque, l’intera vicenda ci viene mostrata esclusivamente dal punto di vista della giovane protagonista (qui impersonata da Cailee Spaeny). Cosa l’ha portata, dunque, a diventare l’icona che tutti oggi conosciamo? Nel 1959, la ragazza era ancora giovanissima e lo stesso Elvis tendeva, inizialmente, a trattarla come una bambina, quasi come una sua proprietà.

Solo un “angelo del focolare”?

Priscilla, Cailee Spaeny in una sequenza del film
Priscilla, Cailee Spaeny in una sequenza del film

Ed ecco che, immediatamente, questo lungometraggio di Sofia Coppola trova molte attinenze con il presente e con alcune delle tematiche più “scottanti” del momento. In primis: il patriarcato. La giovane e timida Priscilla, infatti, sembra quasi una sorta di “giocattolo” nelle mani del più navigato Elvis (Jacob Elordi). È lui, infatti, a decidere come deve vestirsi, come truccarsi e come pettinarsi. A lei non è permesso nemmeno di trovarsi un lavoro o di seguirlo durante le sue trasferte in concerto o sui vari set cinematografici. Il suo compito è quello di “tenere in caldo il focolare domestico”. E mentre la sua opinione sembra non valere nulla, nel momento in cui il Colonnello Tom Parker dice la sua, il nostro Elvis è pronto a cambiare di punto in bianco ogni sua abitudine.

Musiche e silenzi

Priscilla, Cailee Spaeny in un primo piano dal film
Priscilla, Cailee Spaeny in un primo piano dal film

Cercando di restare il più fedele possibile al libro originale, ciò che Sofia Coppola ha principalmente tentato di fare in Priscilla è focalizzarsi innanzitutto sui sentimenti e sulle sofferenze della sua giovane protagonista, sebbene, nel corso della visione, il tutto ci venga spesso comunicato quasi “in sordina”. Gli interminabili pomeriggi trascorsi a girovagare per le stanze vuote di Graceland, o a giocare nel giardino di casa con il proprio cagnolino, vedono alternarsi ora assordanti silenzi, ora le immortali musiche di Presley, con qualche “incursione” nel pop degli anni più recenti (un po’ troppo retorica, sebbene neanche tanto scontata, la scelta di I Will Always Love You nella versione originale di Dolly Parton nel momento in cui Priscilla si accinge a lasciare Graceland).

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La ragazza della porta accanto

Priscilla, Cailee Spaeny e Jacob Elordi in una sequenza del film
Priscilla, Cailee Spaeny e Jacob Elordi in una sequenza del film

Restando molto più “pacata” rispetto a quanto aveva fatto in Marie Antoinette (2006), in Priscilla Sofia Coppola ha prediletto una messa in scena molto più composta e lineare. Una messa in scena in cui i primi piani della protagonista, ma anche i dettagli di pettini, trucchi e smalti per le unghie e, non per ultime, le espressioni tra lo stupore e lo sgomento ogni qualvolta Elvis si rivela violento, fanno spesso da ottimi protagonisti e ben si sposano con vestiti dai colori sgargianti e con l’arredamento kitsch di Graceland. E anche se questo suo ultimo lungometraggio non sempre è riuscito a trasmettere i conflitti interiori della protagonista in tutta la loro potenza, bisogna ad ogni modo riconoscere come Sofia Coppola abbia sentito il progetto suo, e come si sia impegnata al massimo al fine di far apparire la sua Priscilla come una donna come tante: una sorta di eroina universale, e non solo la moglie di una delle più grandi rockstar di tutti i tempi.

Locandina

Priscilla, la locandina italiana del film di Sofia Coppola

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Scheda

Titolo originale: Priscilla
Regia: Sofia Coppola
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti, Italia / 2023
Durata: 110’
Genere: Drammatico, Biografico, Musicale
Cast: Cailee Spaeny, Dagmara Dominczyk, Dan Beirne, Emily Mitchell, Jacob Elordi, Anna Mirodin, Ari Cohen, Conni Miu, Dan Abramovici, Deanna Jarvis, E. Fegan DeCordova, Erin Mackinnon, Gwynne Phillips, Jorja Cadence, Josette Halpert, Kamilla Kowal, Katie Garyfalakis, Kelaiah Guiel, Luke Humphrey, Olivia Barrett, Preston Galli, R Austin Ball, Raine Monroe Boland, Rodrigo Fernandez-Stoll, Shawn Gordon Fraser, Sheala Lewis, Stephanie Moran, Tim Dowler-Coltman, Tim Post, Tonia Venneri
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Fotografia: Philippe Le Sourd
Montaggio: Sarah Flack
Musiche: Phoenix
Produttore: Lorenzo Mieli, Sofia Coppola, Youree Henley, Charles Finch, Bumble Ward
Casa di Produzione: American Zoetrope, The Apartment, Standalone Pictures
Distribuzione: Vision Distribution

Data di uscita: 27/03/2024

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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