HILL OF VISION, VIDEOINTERVISTA AL REGISTA ROBERTO FAENZA E ALL’ATTRICE ROSA DILETTA ROSSI

HILL OF VISION, VIDEOINTERVISTA AL REGISTA ROBERTO FAENZA E ALL’ATTRICE ROSA DILETTA ROSSI

Nell’ambito della presentazione alla stampa del film Hill of Vision, abbiamo incontrato il regista Roberto Faenza e l’attrice Rosa Diletta Rossi. Il film sarà in sala dal 16 giugno.

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Nel 2007 il ricercatore Mario Capecchi ha ricevuto il Nobel per la Medicina, ma nessuno conosceva nel dettaglio la sua storia personale. Una vicenda avventurosa e dai toni drammatici che, partendo da un’Italia piegata dal secondo conflitto mondiale, arriva fino negli Stati Uniti, seguendo i passi di un ragazzino che definire sopravvissuto e vincente è un eufemismo. Quel bambino è proprio Mario Capecchi che, contro ogni previsione, è riuscito a conquistare per se stesso una vita migliore, dimostrando come veramente tutto sia possibile. Un messaggio di grande speranza che oggi si è concretizzato nel film Hill of Vision, prodotto da Jean Vigo Italia, Rhino Films, Rai Cinema e Milena Canonero e distribuito da Altre Storie dal 16 giugno. A parlare con noi di questa esperienza e del suo significato ci sono il regista Roberto Faenza e l’attrice Rosa Diletta Rossi.

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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