DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO!, IL SEQUEL PRESENTATO ALLA STAMPA DAI MANETTI BROS.

DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO!, IL SEQUEL PRESENTATO ALLA STAMPA DAI MANETTI BROS.

I Manetti Bros., accompagnati da gran parte del cast, hanno presentato alla stampa romana Diabolik – Ginko all’attacco!, atteso secondo episodio delle avventure del ladro creato dalle sorelle Giussani. Il film uscirà al cinema il prossimo 17 novembre.

Pubblicità

A poco meno di un anno di distanza dal primo Diabolik diretto dai Manetti Bros., adattamento filmato delle avventure del ladro creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, l’annunciato sequel, firmato ancora dal talentuoso duo di cineasti, si prepara finalmente ad approdare nei cinema italiani. Un sequel, questo Diabolik – Ginko all’attacco!, che ha visto quale principale novità il recasting del protagonista, con Giacomo Gianniotti a subentrare a Luca Marinelli nel ruolo dello spietato re del crimine; ma l’altra rilevante novità è l’ingresso nel cast di Monica Bellucci nel ruolo della contessa Altea, fiamma segreta dell’ispettore Ginko interpretato, di nuovo, da Valerio Mastandrea.

Il nuovo film, la cui trama è ispirata a grandi linee all’albo omonimo delle sorelle Giussani (il sedicesimo della serie regolare), è stato presentato stamattina alla stampa romana, in un incontro che ha visto la presenza dei due registi, dei protagonisti Giacomo Gianniotti e Valerio Mastandrea, della già citata Monica Bellucci, e di Miriam Leone che torna a vestire i panni della compagna del protagonista, Eva Kant; accanto a loro, i produttori Paolo Del Brocco e Carlo Macchitella, oltre al compositore Pivio (autore dello score insieme ad Aldo De Scalzi) e al cantante Diodato, autore della canzone dei titoli di testa Se mi vuoi.

Diabolik – Ginko all’attacco! uscirà nelle sale italiane il prossimo 17 novembre.

Diabolik - Ginko all'attacco!, una foto dal set con Marco Manetti, Antonio Manetti, Giacomo Gianniotti e Miriam Leone
Diabolik – Ginko all’attacco!, una foto dal set con Marco Manetti, Antonio Manetti, Giacomo Gianniotti e Miriam Leone

Qual è stato il vostro approccio al sequel di un film ispirato a un personaggio così iconico?
Marco Manetti: Non è un vero e proprio sequel, in realtà: Diabolik è un personaggio universale, come James Bond se vogliamo, di cui qui viene raccontata semplicemente un’altra storia.

Bellucci, può spiegarci chi è di preciso Altea?
Monica Bellucci: È la duchessa di Vallenberg, originaria di un paese immaginario; Antonio e Marco hanno voluto poi darle un piccolo accento dell’Est Europa. Lei ha un amore passionale con Ginko e ha lo scopo di aprire il suo cuore, che finora è stato una porta chiusa. Lei ha tutto, e di conseguenza cerca con lui quell’eccitazione e quegli stimoli che altrimenti non potrebbe avere.

Conosceva già il fumetto?
Monica Bellucci: Sì, fa parte del mio immaginario; da piccola ho imparato a leggere proprio coi fumetti. È un sogno, per me, visto che si tratta di un fumetto che fa parte della mia infanzia; donne come Eva Kant erano rivoluzionarie, per l’epoca. Quando mi hanno contattato non era ancora uscito il primo film, ma ho accettato solo vedendone un trailer.

Diabolik - Ginko all'attacco!, Valerio Mastandrea in una scena del film
Diabolik – Ginko all’attacco!, Valerio Mastandrea in una scena del film dei Manetti Bros.

Quanta differenza c’è tra trama del fumetto e quella del film?
Antonio Manetti: Il fumetto è abbastanza simile, non ci sono state molte modifiche nella storia, anche se da un mezzo a un altro ovviamente i cambiamenti ci sono. Nel fumetto però non c’era Altea: nella storia mancava infatti quella parte intima di Ginko, che invece nei fumetti è molto presente. Il personaggio nei fumetti c’è, ma non in quel particolare numero.

Nel primo Diabolik il personaggio era freddo, glaciale. Ora lo vediamo invece esprimere dei sentimenti. Perché questo cambiamento, al di là del cambio di interprete?
Marco Manetti: Nel primo film lui impara ad amare: all’inizio è un essere disumano e glaciale, che poi impara l’amore da questa donna. Ora, Giacomo gli ha dato quell’anima che lui non sapeva ancora di avere. La coppia composta da Diabolik e Eva si contrappone a quella di Ginko e Altea; questi ultimi sono però frenati dalle convenzioni sociali, a differenza di Diabolik ed Eva che possono invece esprimere se stessi in modo più libero.
Giacomo Gianniotti: Per me era importante sottolineare la storia d’amore tra lui ed Eva: Diabolik infatti si trova una donna che dà ragione alla sua vita. Il secondo film, rispetto al primo, è più storia d’amore.
Miriam Leone: Quando mi hanno chiamato mi hanno teso quasi un agguato, chiedendomi “ti piacerebbe fare un sequel, se mai decidessimo di farlo?”. Io ho detto che mi sarebbe piaciuto e loro mi hanno detto: “Ok, allora sei della partita!” Le sorelle Giussani hanno costruito un personaggio che esprimeva una parità di genere in un periodo in cui la parità era ancora lontana. Lei e Diabolik sono un po’ yin e yang: lui senza Eva sarebbe quel personaggio freddo e distante dai sentimenti che abbiamo visto all’inizio del primo film. Loro, poi, nel privato sono un po’ Sandra e Raimondo, una coppia borghese che discute e fa battibecchi, come tutte le coppie. Fuori indossano delle maschere. Dentro, sono se stessi.

Diabolik - Ginko all'attacco!, Giacomo Gianniotti in una foto del film
Diabolik – Ginko all’attacco!, Giacomo Gianniotti in una foto del film dei Manetti Bros.

Qual è la differenza tra un set italiano e uno americano?
Giacomo Gianniotti: Si mangia molto meglio qui! In realtà non ci sono molte differenze; io però non avevo mai lavorato con due registi che si dividono i compiti. Io, poi, di solito non ho un regista che sta lì vicino a me e segue quello che faccio; invece, con Antonio lì vicino c’era un rapporto più intimo.

Com’è stato prendere il testimone del personaggio da Luca Marinelli, e ancor prima da John Phillip Law? Lo conosceva già?
Giacomo Gianniotti: Lui è un simbolo iconico italiano, da ragazzo lo vedevo dappertutto, ricordo che a Roma era ritratto anche in un graffito. Mio padre era molto appassionato del personaggio, c’erano in casa diversi albi, anche se io non ero un grande appassionato di fumetti. Nella preparazione al film però li ho letti, e poi ne sono diventato un fan.

Pivio, dal punto di vista della narrazione musicale, come avete lavorato sul film?
Pivio: Abbiamo mantenuto la parte melodica e armonica del primo film. Il primo aveva uno stile da opera classica con una grande orchestra, mentre per questo, di concerto con loro, abbiamo fatto un reboot completo; abbiamo imboccato un’altra direzione musicale, molto vicina al prog degli anni ‘70, con riferimenti ai New Trolls o agli Osanna di Milano Calibro 9. Inoltre c’è il flauto di Vittorio De Scalzi, che non c’è più e a cui il film è dedicato.
Diodato: Io avevo dei riferimenti abbastanza precisi, sia musicali che riguardo al tema. Il tema è quello del desiderio, un desiderio a volte anche oscuro. La mia è una canzone attraverso cui ho potuto giocare anche con atmosfere che di solito non tocco. Ci sono richiami anche un po’ bondiani.

Diabolik - Ginko all'attacco!, Valerio Mastandrea e Monica Bellucci in una scena del film
Diabolik – Ginko all’attacco!, Valerio Mastandrea e Monica Bellucci in una scena del film dei Manetti Bros.

Quali sono e differenze tra il Ginko del primo film e questo?
Valerio Mastandrea: Le differenze sono le “mine antiuomo” messe nel suo ufficio, quelle rappresentate dalla sua passione clandestina per Altea. L’amore rende fragili ma anche coraggiosi in termini di scelte da intraprendere. Lui è molto determinato nella sua caccia a Diabolik, che è un po’ una “prigionia”; ma ogni tanto lei gli fa fare un’ora d’aria.

Qualche parola sul progetto dal punto di vista dei produttori?
Carlo Macchitella: L’idea di fare la trilogia è nata fin dall’inizio, sapevamo che ognuno dei tre film avrebbe avuto un traino particolare. Il primo doveva introdurre i personaggi, il secondo metterne in risalto le storie, e il terzo tirare i fili e concludere. L’idea è nata in un periodo che adesso pare risalire a 20.000 anni fa; non c’era stato il Covid ed era tutto diverso. Speriamo che quelli che andranno a vedere il film non diranno: “No, un altro”.
Paolo Del Brocco: È sempre difficile lodare il proprio gruppo di lavoro, ma ora lo faccio. Questo, per la sua concezione, non poteva essere un film unico. Apprezzo il coraggio dei Manetti nel fare un’operazione diversa, che rompa certi schemi del cinema italiano: bisogna aver rispetto per tutti i tentativi di trovare nuove forme.

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.