INU-OH

INU-OH

Tratto liberamente dal romanzo di Hideo Furukawa, Inu–oh è una sorprendente opera rock innestata su un’importante base storica: un’opera sospesa tra la rievocazione dei racconti epici dell’Heike Monogatari (propri del Giappone medioevale) e un’interpretazione contemporanea di quello che fu l’antico sarugaku da cui prese le mosse il teatro No nel XIV secolo. Già presentato nella sezione Orizzonti della 78a Mostra del Cinema di Venezia, ora al cinema con la distribuzione di Double Line e Hikari.

Se l'epica giapponese diventa rock

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Masaaki Yuasa, già noto agli amanti degli anime giapponesi per lavori quali Ride Your Wave (2019) e le serie Devilman Crybaby (2018) e The Tatami Galaxy (2010), compie qui un’operazione avanguardistica molto complessa trascinando lo spettatore nel Giappone del XIV secolo: nonostante ciò, sarebbe difficile classificare Inu–oh come un puro film di finzione storica, poiché vi concorrono i motivi dell’opera rock contemporanea, con una colonna sonora davvero importante, curata dal compositore Yoshihide Otomo.

Il contesto storico

Inu-oh, una foto del film d'animazione
Inu-oh, una foto del film d’animazione

Come altri lavori di Yuasa, anche questo trae spunto da opere della letteratura giapponese, in questo caso il romanzo storico di Hideo Furukawa a sua volta ispirato ai reali avvenimenti storici trasmessi attraverso il canone dell’Heike Monogatari e in particolare alla sanguinosa battaglia di Dan-no-ura, che vide la sconfitta del clan Taira (Heike) per opera del clan dei Minamoto.

Questo, dunque, il contesto storico da cui nasce la storia dei due protagonisti Inu–oh (re dei cani) e Tomona, il primo abile danzatore e attore, il secondo suonatore di biwa (liuto giapponese). La trama è incentrata sul desiderio di trasformare il male, derivante dal dolore perpetuato di generazione in generazione, in una forma d’arte e dunque di liberazione: il teatro non è virtuosismo estetico, ma un vero e proprio rituale salvifico, scevro da condizionamenti esterni, che permette agli spettri dei combattenti morti in guerra di giungere al tanto agognato Nirvana.

La magia del teatro

Inu-oh, una sequenza del film di Masaaki Yuasa
Inu-oh, una sequenza del film di Masaaki Yuasa

Inutile dire, perciò, quanto sia palpabile non solo la storia tradizionale giapponese, ma anche il contesto religioso buddhista, rappresentato attraverso il personaggio di Tomona, monaco errante cieco, anch’esso colpito dalla maledizione di Dan-no-ura. Inu-oh, come Tomona, porta su di sé un fardello pesantissimo: nato con delle deformità, riesce a farne la propria forza, sperimentando passi di danza rivoluzionari e innovativi. Se la storia racconta di Inu-oh , nulla sappiamo con precisione del suo stile, né della musica sulla quale danzava: qui la squadra di Yuasa ha potuto sperimentare, dando vita a delle sonorità a metà tra le tradizionali musiche dei biwa e le contemporanee sonorità rock, immaginando come il teatro antecedente alla codificazione dell’attuale teatro No potesse essere più libero di quest’ultimo.

L’attualità della tradizione

Inu-oh, un'immagine tratta dal film animato
Inu-oh, un’immagine tratta dal film animato

In tal modo la storia del musicista Tomona e del danzatore Inu–oh non diviene soltanto simbolo di ciò che l’arte può fare, trasfigurando il dolore personale in un mezzo di liberazione e riscatto: ma veicola, altresì, la storia degli antichi conflitti bellici, evidenziando come non si tratti di semplici racconti storici ormai vecchi e superati, ma del tormento di centinaia di morti (spettri) che reclamano ancora la pace persa e sono soltanto in attesa di qualcuno che possa ascoltarli per giungere alla liberazione.

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L’arte come catarsi

Quella che in apparenza può sembrare soltanto un’opera rock ambientata nel Giappone medioevale, si presenta così come un lavoro di interpretazione dei fili che uniscono la storia delle generazioni passate a quelle future, evidenziando come i dolori e le gioie dell’animo siano sempre i medesimi attraverso le differenti epoche storiche.

Inu-oh, una sequenza del film animato
Inu-oh, una sequenza del film animato

D’altronde, la tematica degli antenati, così come il legame dell’arte con la sfera spirituale, sono tratti molto cari sia alla tradizione buddhista che a quella shintoista proprie del Giappone.

I riferimenti storici e religiosi possono rendere straniante un’opera come Inu-oh agli occhi di un occidentale, ma, allo stesso tempo, il linguaggio dell’arte e della musica risulta in grado di portare ognuno a cogliere il senso del lavoro di Yuasa, anche grazie all’idea di catarsi che si è fatta strada da secoli nelle tradizioni occidentali a partire dal teatro greco.

Locandina

Inu-oh, la locandina italiana del film di Masaaki Yuasa

Gallery

Scheda

Titolo originale: Inu-Oh
Regia: Masaaki Yuasa
Paese/anno: Giappone, Cina / 2021
Durata: 98’
Genere: Drammatico, Animazione, Storico, Fantastico, Musicale
Cast: Kenjirô Tsuda, Keone Young, Mirai Moriyama, Anjali Kunapaneni, Avu-chan, Cory Yee, Hao Tang, Rene Mujica, Tasuku Emoto, Yutaka Matsushige
Sceneggiatura: Akiko Nogi
Montaggio: Kiyoshi Hirose
Musiche: Yoshihide Ôtomo
Produttore: Mayo Arita, Fumie Takeuchi, Tatsuya Ishikawa, Akiko Yodo, Eunyoung Choi, Cheng Yuhai
Casa di Produzione: Science SARU, Asmik Ace, Aniplex
Distribuzione: Double Line, Hikari

Data di uscita: 12/10/2023

Trailer

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Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

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