C’È ANCORA DOMANI

C’È ANCORA DOMANI

Film d’apertura della 18a Festa del Cinema di Roma, presentato in concorso, C’è ancora domani si è rivelato un apprezzabile esordio dietro la macchina da presa per Paola Cortellesi, che innesta una struttura da dramedy su un bozzetto storico, microsociale e familiare di indubbia vitalità.

Del doman v’è certezza

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Iniziamo questa recensione di C’è ancora domani, esordio dietro la macchina da presa di Paola Cortellesi e film d’apertura della 18a Festa del Cinema di Roma, con una sorta di warning: chi scrive, infatti, deve ammettere di essere entrato in sala, alla proiezione per la stampa fissata per le 11 di mercoledì 18 ottobre, quando il film di Cortellesi era già iniziato da mezz’ora abbondante. Facciamo questa ammissione innanzitutto per onestà intellettuale verso il lettore, introducendo un articolo che potrebbe essere incompleto e/o contenere imprecisioni, ma anche per rimarcare di non avere alcuna responsabilità per l’accaduto: mentre la proiezione del film iniziava infatti puntuale – come ci è stato prontamente riferito dalle maschere dell’Auditorium Parco della Musica – chi scrive era bloccato in fila da un’ora abbondante, insieme a molti altri giornalisti, davanti ai pochi box aperti per il ritiro degli accrediti, ingolfati dall’incredibile inefficienza di una distribuzione lenta, irrazionalmente organizzata (con un’unica fila per i giornalisti, che di lì a poco avrebbero dovuto entrare in sala, e gli altri accreditati) e ulteriormente rallentata da un gran numero di badge misteriosamente scomparsi e/o non stampati. La beffa, come ciliegina sulla torta di questa surreale situazione, è poi arrivata poco dopo, quando il responsabile della Fondazione Cinema per Roma che ci ha infine permesso di entrare in sala – chiamato dopo il rifiuto dei responsabili dell’Auditorium, che avevano l’ordine di chiudere i varchi alle 11.15 – ci ha comunicato che il ritiro dell’accredito non era in realtà necessario per assistere al film d’apertura, e che sarebbe bastato mostrare la ricevuta elettronica del biglietto precedentemente prenotato. Sarebbe stato bello saperlo per tempo, e magari poter vedere e recensire un film completo, anziché una sua versione monca come ci troviamo ora costretti a fare. Pazienza, sarà per il prossimo anno.

Delia la resiliente

C'è ancora domani, Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in una scena del film
C’è ancora domani, Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in una scena del film

Passiamo ora, per quanto possibile, a parlare del film. Al centro del plot di C’è ancora domani, ambientato nella Roma della seconda metà degli anni ‘40, c’è il personaggio di Delia (interpretata dalla stessa regista), donna popolana sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), marito dispotico e spesso violento, da cui ha avuto tre figli. Si è nell’immediato dopoguerra, periodo in cui i sentimenti sono divisi tra la speranzosa proiezione verso il futuro e la consapevolezza delle macerie e della miseria lasciati dal conflitto. La famiglia di Delia e Ivano, che vive con il di lui padre Ottorino (Giorgio Colangeli) a cui la donna fa praticamente da badante, si ritrova in fermento quando viene annunciato il fidanzamento della figlia più grande, Marcella; la ragazza spera infatti di sposarsi con un giovane proveniente dal ceto agiato, la cui famiglia è proprietaria di un bar nel centro della città. Delia spera che questo matrimonio possa affrancare la ragazza dal destino toccato a lei, e aiutarla a costruirsi un futuro migliore; ma l’arrivo di una misteriosa lettera, e il ritrovato contatto con una vecchia conoscenza, farà sorgere nella donna una rinnovata speranza, anche per se stessa.

Evadere si può

C'è ancora domani, Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli in una scena del film
C’è ancora domani, Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli in una scena del film

Seguendo l’esempio recente di molti suoi colleghi (ultimi tra i quali Micaela Ramazzotti e Claudio Bisio), Paola Cortellesi fa il grande passo e si cimenta in questo C’è ancora domani con la regia, scegliendo un soggetto invero abbastanza inusuale per il suo cinema: a partire dalla scelta del bianco e nero – le cui tonalità vorrebbero guardare filologicamente al cinema del periodo – per proseguire con la rappresentazione di una Roma tanto popolare quanto vitale, il modello della neoregista è chiaramente il neorealismo, riletto però (evidentemente) attraverso la sua specifica sensibilità. Nonostante la durezza della situazione familiare al centro della trama – e il film, in questo, non risparmia nulla nella descrizione della meschinità del personaggio di Ivano – e nonostante una costruzione del personaggio principale che guarda esplicitamente al modello di Anna Magnani, C’è ancora domani è in realtà un dramedy, in cui il sostrato drammatico regge uno svolgimento che sceglie consapevolmente toni più lievi e da commedia. Una rappresentazione, quella di Cortellesi e dei co-sceneggiatori Giulia Calenda e Furio Andreotti, che non rinuncia al bozzetto affettuoso (fatti i dovuti distinguo) di un contesto sociale narrato con levità e persino una certa nostalgia. Nell’affresco microsociale delineato dalla regista c’è spazio sia per l’elegia di uno spirito comunitario e di vicinato magari un po’ idealizzato, ma nondimeno restituito in tutta la sua vitalità (persino nelle vivaci liti tra vicini – una in particolare è da antologia) sia per la resa dello squallore di un contesto familiare che, complice un marito/padrone segnato da atavici complessi di inferiorità nei confronti dell’anziano padre (e in questo sia Mastandrea che Colangeli si rivelano perfetti), per la protagonista somiglia sempre più a un carcere. Ma l’evasione, forse – non solo in senso figurato – non è impossibile.

Il coraggio nell’imperfezione

C'è ancora domani, Paola Cortellesi e Vinicio Marchioni in una scena del film
C’è ancora domani, Paola Cortellesi e Vinicio Marchioni in una scena del film

Non ci è apparso un film perfetto, C’è ancora domani (ferma restando, ed è il caso di sottolinearla di nuovo, la precisazione di visione incompleta che abbiamo fatto in apertura) principalmente a causa di alcuni personaggi secondari che andavano forse meglio sviluppati (l’amica della protagonista col volto di Emanuela Fanelli, il meccanico interpretato da Vinicio Marchioni) e di un commento musicale a tratti invadente – fatto in ugual misura di ariose composizioni orchestrali, e di canzoni pop e cantautorali contemporanee (tra cui fanno capolino Lucio Dalla e persino un pezzo hip-hop); tuttavia, va dato atto a Paola Cortellesi di aver avuto un certo coraggio nella scelta del soggetto per questo suo esordio dietro la macchina da presa, e soprattutto di aver voluto approcciare un genere come il dramedy che, specie per una regista esordiente, e specie se innestato in un contesto storico come quello narrato dal film, presenta sicuramente più di una sfida. Il tema forte del film di Cortellesi – e il suo messaggio, espresso con chiarezza ma in modo apprezzabilmente non declamatorio – vengono fuori in modo compiuto solo nella parte finale; e in particolare in una sequenza conclusiva che presenta una sorta di twist narrativo che, con gusto e consapevolezza, flirta discretamente persino col musical. Per un esordio, in definitiva, non ci si può lamentare.

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Locandina

C'è ancora domani, la locandina del film di Paola Cortellesi

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Scheda

Titolo originale: C’è ancora domani
Regia: Paola Cortellesi
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 118’
Genere: Drammatico
Cast: Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Emanuela Fanelli, Paola Cortellesi, Francesco Centorame, Romana Maggiora Vergano, Alessia Barela, Yonv Joseph
Sceneggiatura: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi
Fotografia: Davide Leone
Montaggio: Valentina Mariani
Musiche: Lele Marchitelli
Produttore: Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani
Casa di Produzione: Vision Distribution, Wildside
Distribuzione: Vision Distribution

Data di uscita: 26/10/2023

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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