PEAKY BLINDERS 6

PEAKY BLINDERS 6

Creata da Steven Knight

Voto: 9

Si conclude dopo quasi un decennio e sei stagioni Peaky Blinders, saga familiare, sempre stilisticamente impeccabile, di Tommy Shelby e dei gangster brummie di Steven Knight. Una saga la cui poetica si sviluppa più che mai attorno al tema principe della filmografia del regista britannico: la potenza del senso di colpa.

Un addio che è più un arrivederci

Pubblicità

Il ritorno di Peaky Blinders, sei stagioni in nove anni, ha il sapore dolceamaro dell’addio: la sesta stagione, dal 10 giugno su Netflix, è anche l’ultima (ma non è finita: l’artefice Steven Knight ha ancora in canna un film che tirerà la fila delle trame lasciate in sospeso). Rivedere Tommy Shelby e il resto della dinastia di gangster di Birmingham dal sangue romani nel sontuoso show britannico è una gioia familiare: ecco di nuovo i berretti affilati, il taglio undercut che lascia la nuca scoperta – al quale Tommy dirà addio – la lussuosa villa Shelby immersa nella bruma, la cittadina di Birmingham avvolta dalle note delle canzoni di Nick Cave and the Bad Seeds (Do You Love Me?), l’atmosfera greve, l’azione intrisa di violenza. Permane la soffusa sensazione di trovarsi davanti a una lotta senza quartiere tra stile e contenuto, tra forma e sostanza per prevalere in uno show che eccelle in entrambe.

La parabola morale di Tommy

Peaky Blinders 6, Cillian Murphy in una foto
Peaky Blinders, Cillian Murphy in una foto della sesta stagione

La sesta stagione riprende il discorso iniziato la scorsa annata con la svolta politica dello show e di Tommy Shelby, Mp. Il suo incontro con il nazista Oswald Mosley, colui che l’ha inquadrato, senza sbagliare, definendolo come “l’impeto irrazionale controllato dalla ragione e dall’autoriflessione” ha deviato parte della narrazione verso la ricostruzione storica del periodo antecedente la Seconda Guerra Mondiale. I prodromi del nazismo Tommy Shelby, zingaro, li vive da testimone di prima mano, come politico e stratega, questa volta. Quindici anni prima aveva combattuto in prima linea sul fronte francese durante la Grande guerra, vivendo gli orrori che lo hanno minato psicologicamente per sempre: al fronte Tommy ha perso l’anima, la pace interiore e ogni limite. Per tutta la stagione Tommy è spinto – come lo era in passato e di più – da sé stesso verso appunto quei confini morali che sa di non avere (ma vorrebbe) e dalle insinuazioni dei suoi avversari che esista un limite invalicabile anche per lui. L’istigazione funziona, e Tommy ne esce sempre fatto a pezzi dalla tensione tra il bisogno di affermare la propria onnipotenza e il senso di colpa che lo divora.

Le figure più turpi

Peaky Blinders 6, James Frecheville in una scena
Peaky Blinders, James Frecheville in una scena della sesta stagione

In queste ultime puntate, i fulcri della narrazione sono Tommy e i suoi antagonisti principali: l’esecrabile razzista Mosley, per il quale “cambiare il mondo” ripulendolo da ebrei, neri e chissà chi altro (Tommy è uno zingaro, ma ci passa agevolmente sopra) è solo un metodo per fare soldi; Jack Nelson, superbo boss bostoniano legato alla famiglia Shelby grazie alla relazione tra la nipote e Michael, il figlio di Polly; e quest’ultimo, persuaso di poter addossare ogni colpa per la dipartita della matriarca sul re di Birmingham. Il vuoto di potere femminile lasciato dalla magnifica Polly è colmato da un lato da Ada, l’unica Shelby psicologicamente solida, e dall’altro da Lady Diana Mitford, la depravata partner nazista di Mosley e dal capitano Swing, l’assassina di Polly. Troppe personalità, forti, egocentriche, ambiziose, avide e senza remore morali si affollano nell’ultima stagione di Peaky Blinders, fuse in un equilibrio narrativo impossibile che eppure funziona perché un cast superbo riesce a tenere a bada i rispettivi, debordanti, personaggi. Sopra tutti si erge, ancora una volta, Cillian Murphy, volto infantile e sciupato di un Tommy Shelby sempre più corroso dal Male, mostro di bravura in questa stagione quasi quanto nella terza, insuperabile. Il magico equilibrio della scrittura di Knight e della sua prova attoriale riescono dove non potrebbe e dovrebbe arrivare la storia, ovvero a farci continuare a piacere, nonostante le azioni più turpi, Tommy Shelby.

La fine di un’era

Peaky Blinders 6, un'immagine collettiva
Peaky Blinders, un’immagine collettiva della sesta stagione

La morte di Polly, inserita forzatamente nella sceneggiatura a causa della dipartita della splendida Helen McCrory, è l’unico elemento stridente di una stagione altrimenti impeccabile: la sua è un’assenza assordante; il vuoto lasciato non è solo un vuoto narrativo ed emotivo, ma anche fisico: lo spazio intorno a dove dovrebbe esserci genera un’entropia che getta Tommy nel caos psicologico, questa volta – la prima volta – senza via di ritorno. L’espediente della malattia fisica e mentale, delle allucinazioni forse provocate dalla prima, forse dalla seconda, aggiungono una dimensione opprimente e onirica alle puntate: Tommy aveva perso il senno quando, nel cliffhanger dell’annata precedente, si era puntato il revolver alla tempia e aveva sparato (a salve, su precauzione del fratello), dopo aver danzato con il suicidio per tutta la serie. Non lo ha più ritrovato, quel senno, nel frattempo macchiandosi di alcuni dei suoi delitti più feroci, efferati, osceni e contro natura, fino a quel plot twist che trasforma un incubo in un sogno, in una visione salvifica culminante in un’epifania catartica. Quella visione innesca gli eventi finali del suo arco narrativo. La sua storia è forse finita – il film sembra più improntato verso la focalizzazione della nuova generazione di gangster brummie – ma quel finale è perfetto già così, come lo è stata Peaky Blinders, nella sua compiutezza formale e narrativa, sin dal primo, folgorante episodio.

Peaky Blinders 6, la locandina
Pubblicità

Scheda

Titolo originale: Peaky Blinders 6
Creata da: Steven Knight
Regia: Anthony Byrne
Paese/anno: Regno Unito / 2022
Genere: Drammatico, Thriller, Giallo
Cast: Cillian Murphy, Anya Taylor-Joy, Paul Anderson, Tom Hardy, Aidan Gillen, Sam Claflin, Daryl McCormack, Finn Cole, Helen McCrory, Ned Dennehy, Sophie Rundle, Aimee-Ffion Edwards, Benjamin Zephaniah, Harry Kirton, Ian Peck, Jensen Clarke, Kate Phillips, Natasha O'Keeffe, Packy Lee, Pauline Turner
Sceneggiatura: Steven Knight
Fotografia: Mathieu Plainfossé
Montaggio: Paul Knight, Chris Roebuck
Produttore: Steven Knight, Nick Goding, Caryn Mandabach, Jamie Glazebrook, Cillian Murphy, David Mason, Anthony Byrne, Rachel Jones
Casa di Produzione: Caryn Mandabach Productions, Tiger Aspect Productions, British Broadcasting Corporation (BBC)
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 10/06/2022

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Giornalista pubblicista, persona per niente seria. Fissata con gli anni ’80, la fantascienza e l’horror, i film di arti marziali e le serie coreane, i cartoni animati e i manga. E altre cose, ma non ne scrivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.