FIVE NIGHTS AT FREDDY’S

FIVE NIGHTS AT FREDDY’S

Successo a sorpresa nel suo primo weekend di programmazione negli USA, Five Night at Freddy’s è purtroppo un horror esangue (nel vero senso del termine) e narrativamente pasticciato, incerto nella sua doppia natura di prodotto di genere e thriller sovrannaturale d’impronta psicologica. Due aspetti, questi, in cui il film di Emma Tammi si rivela di fatto parimenti deludente.

Cinque notti di tedio

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Accompagnato dalle notizie dell’incredibile successo riscosso nei suoi primi giorni di programmazione negli USA (migliore apertura dell’anno per un film horror nel suo primo fine settimana), questo Five Nights at Freddy’s, adattamento dell’omonima saga di videogiochi survival horror co-prodotto da Blumhouse e Universal, arriva anche nelle sale italiane: lo fa, il film diretto da Emma Tammi (The Wind) con un’anteprima speciale fissata per il giorno di Halloween, prima dell’uscita ufficiale prevista per il 2 novembre. Un film, quello di Tammi, che fin dalla sua locandina punta – così come la sua fonte videoludica – a ricreare quel clima tipicamente eighties che ormai sembra essere al centro di gran parte del cinema e della televisione di genere americani, con gli epigoni più o meno riusciti di Stranger Things e le tante, più o meno fedeli e più o meno giustificate, operazioni-nostalgia. Una nostalgia che qui si declina, invero, sul doppio binario di un’ambientazione che richiama gli anni d’oro dei videogiochi che chiamavamo “da bar” – con la sala giochi annessa al locale al centro della trama – e di uno svolgimento che si rifà, a grandissime linee, allo slasher del periodo, pur declinato in senso sovrannaturale.

Il nuovo guardiano

Five Nights at Freddy's, Josh Hutcherson ed Elizabeth Lail in una scena del film
Five Nights at Freddy’s, Josh Hutcherson ed Elizabeth Lail in una scena del film

Al centro della trama c’è il personaggio di Mike (interpretato da Josh Hutcherson), un uomo che non ha mai superato un vecchio trauma infantile, causato da quello che fu il rapimento di suo fratello più piccolo davanti ai suoi occhi. Afflitto da problemi comportamentali e incapace di mantenere stabilmente un lavoro, Mike accetta l’incarico di custode notturno del Freddy Fazbear’s Pizza, un locale chiuso dagli anni ‘80 che tuttavia il proprietario, per misteriose ragioni, non vuole smantellare. L’uomo è deciso a tenersi questo impiego per non perdere la custodia della sorellina Abby, che la sua cinica zia vorrebbe portare a vivere con sé; tuttavia, dalle sue prima notti nel locale, Mike è testimone di strani eventi, che vedono al centro le strane creature animatroniche del Freddy’s. Sembra che il luogo, in qualche modo, sia oscuramente legato al rapimento di suo fratello, e ai frequenti incubi attraverso i quali Mike lo ricostruisce. Ad aiutarlo a dipanare il mistero ci sarà l’agente di polizia Vanessa (Elizabeth Lail), che sembra conoscere bene i segreti più oscuri del locale.

Psicologie e linee narrative non sviluppate

Five Nights at Freddy's, Piper Rubio in una foto del film
Five Nights at Freddy’s, Piper Rubio in una foto del film

Intorno alla semplice idea della saga videoludica – che, nelle sue diverse varianti, vedeva il giocatore impegnato nel tentativo di sopravvivere all’assalto delle inquietanti creature animatroniche – la sceneggiatura di Five Nights at Freddy’s costruisce un’impalcatura da horror psicologico, con al centro il trauma del protagonista e il suo legame con la storia del Freddy’s. Una scelta che vorrebbe avvicinare il film all’horror più “impegnato” di titoli come Sinister o (parzialmente) la stessa saga del Conjuringverse di James Wan, andando fin da subito a suggerire un contatto tra il personaggio di Mike e le creature sovrannaturali che infestano il Freddy’s. Uno dei problemi del film di Emma Tammi, tuttavia, è proprio la gestione narrativa difettosa (e, diciamocelo pure, un po’ goffa) di questa componente psicologica, che accumula una serie di suggestioni non sviluppate: pensiamo, per esempio, al personaggio della piccola Abby, di cui viene suggerita una particolare sensibilità – espressa innanzitutto attraverso i disegni – che tuttavia finisce quasi subito sullo sfondo; o al contraddittorio ruolo della zia del protagonista, dapprima dipinta in senso esclusivamente negativo, e poi malamente “aggiustata” nella parte finale del film. Una superficialità di approccio a cui si aggiunge il comportamento illogico dello stesso protagonista (che arriva a portare con sé la sorella nel locale, nonostante questo sia stato appena oggetto di un atto vandalico) e il poco approfondito, a tratti confuso rapporto con la poliziotta.

Incertezza e scarsa ispirazione

Five Nights at Freddy's, Piper Rubio in una sequenza del film
Five Nights at Freddy’s, Piper Rubio in una sequenza del film

La scrittura confusa e poco coerente – in primis all’interno del suo universo narrativo, e delle regole stabilite dalla storia stessa – è il più macroscopico limite di Five Nights at Freddy’s, che pasticcia tra la sua componente da ghost story e quella più concreta, da slasher movie, legata alla fisicità delle creature animatroniche – comunque ben realizzate e sufficientemente inquietanti. Il film sembra fin dall’inizio indeciso se prendere la direzione dell’horror più serio(so), centrato sulle psicologie e sul classico motivo dei traumi sepolti nel passato, o quella del cinema di genere più ludico, senza riuscire mai a trovare un giusto equilibrio e una sintesi tra le sue due componenti. Malgrado i grandi sforzi in termini di sospensione dell’incredulità che lo spettatore è costretto a fare, gli sviluppi della storia restano abbastanza intuibili – in particolare quelli legati alla natura delle creature e al motivo della loro presenza – mentre lo svelamento del “mostro” principale provoca sorrisi più che sorpresa. A tutto, si aggiunge una regia poco ispirata e incapace di generare vera tensione, insieme alla praticamente totale assenza di sangue: gli omicidi presenti in Five Nights at Freddy’s sono infatti lasciati praticamente tutti fuori campo, con una scelta – chiaramente mirata a evitare il rating R della censura statunitense – che depotenzia anche la componente più prettamente di genere del film. Una mistura purtroppo indigesta, per un soggetto che in altre mani avrebbe potuto probabilmente dare risultati insieme più sostanziosi e divertenti.

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Locandina

Five Nights at Freddy's, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Five Nights at Freddy’s
Regia: Emma Tammi
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 109’
Genere: Horror
Cast: Josh Hutcherson, Grant Feely, Elizabeth Lail, Joseph Poliquin, Michael P. Sullivan, Asher Colton Spence, Christian Stokes, David Huston Doty, David Lind, Garrett Hines, Jessica Blackmore, Jophielle Love, Julia Belanova, Kat Conner Sterling, Liam Hendrix, Lisa Mackel Smith, Lucas Grant, Mary Stuart Masterson, Matthew Lillard, Piper Rubio, Ryan Reinike, Tadasay Young, Theodus Crane, Wyatt Parker
Sceneggiatura: Emma Tammi, Scott Cawthon, Seth Cuddeback
Fotografia: Lyn Moncrief
Montaggio: William Paley, Andrew Wesman
Musiche: The Newton Brothers
Produttore: Scott Cawthon, Jason Blum, Jennifer Scudder Trent
Casa di Produzione: Universal Pictures, Blumhouse Productions, ScottGames
Distribuzione: Universal Pictures

Data di uscita: 02/11/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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