THE CREATOR

THE CREATOR

Esempio di sci-fi dal forte portato etico, insieme eterogeneo ma coerente di influenze cinematografiche, The Creator ha l’epica del cinema classico e lo sguardo intimo del melò, riuscendo a dire cose non del tutto nuove con un’urgenza espressiva precisa e avvertibile. Un risultato sempre più raro per un blockbuster.

Creatori, creazioni e creature

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A sette anni da Rogue One: A Star Wars Story, Gareth Edwards torna dietro la macchina da presa per un nuovo blockbuster fantascientifico, stavolta tratto da un soggetto totalmente originale. Già questo, nella Hollywood del 2023, dovrebbe essere un fatto notevole, specie laddove il soggetto di questo The Creator non appare esplicitamente pensato per avere un sequel – anche se sappiamo bene come funzioni l’industria, e come l’ipotesi di una prosecuzione della storia, in sé, sia tutt’altro che da scartare. L’idea di un prodotto ad alto budget pensato come film stand-alone appare quasi scandalosamente demodé nel cinema americano attuale, figlia di una concezione di blockbuster che concedeva ancora al singolo autore una maggiore libertà sul “marchio”, e sulla sua possibile (e quasi certa) trasformazione in franchise. Non sappiamo ancora, proprio a tal proposito, se Edwards possa considerarsi un vero autore; ma è un dato di fatto che questa sua nuova regia – afferente a sua volta a un modello di sci-fi che, da Blade Runner a Terminator, ha attraversato in lungo e in largo il cinema occidentale degli ultimi decenni, trovando figli e figliocci – mostra certamente un fil rouge coi suoi lavori precedenti, portandone tuttavia i temi a un livello di maturità certamente nuovo. Un risultato che sarebbe certamente sciocco sottovalutare.

L’arma-bambina

The Creator, Madeleine Yuna Voyles in un'immagine del film di Gareth Edwards
The Creator, Madeleine Yuna Voyles in un’immagine del film di Gareth Edwards

Il plot di The Creator è ambientato in un futuro prossimo, in cui le A.I. si sono evolute in esseri senzienti, entrando in guerra col genere umano. Il mondo è diviso in blocchi, con l’occidente controllato dagli esseri umani e l’oriente appannaggio delle A.I., coi centri nevralgici del potere siti rispettivamente negli Stati Uniti e in Cina. Al centro della trama c’è Joshua (John David Washington), un ex soldato che cinque anni fa, in una missione di infiltrazione in territorio A.I., perse sua moglie Maya (Gemma Chan), uccisa durante un’irruzione delle forze alleate. L’uomo, ritiratosi dalle forze speciali e ormai disilluso, viene nuovamente reclutato con lo scopo di rintracciare il misterioso “Creatore” che anni prima sfuggì agli alleati, e di neutralizzare una misteriosa arma da questi messa a punto, che avrebbe il potere di volgere la guerra a favore delle A.I. Convinto da un filmato che proverebbe che in realtà Maya sarebbe ancora in vita, e si troverebbe in territorio nemico, Joshua si mette così a capo di una squadra speciale che riesce ad arrivare fino al quartier generale nemico: ma qui gli uomini scoprono che la misteriosa arma ha le fattezze di una bambina. Una bambina che, tuttavia, più che una macchina sembra un essere senziente e capace di emozioni.

Intelligenza o intelligenze?

The Creator, un'immagine del film di Gareth Edwards
The Creator, un’immagine del film di Gareth Edwards

Parte da una premessa apparentemente simile a quella di Terminator 2 – Il giorno del giudizio, The Creator, evidenziando uno scontro tra uomo e intelligenza artificiale che sembra avere tutti i caratteri della più cupa distopia. Tuttavia, il concetto di partenza del film di Edwards differisce da quello di Cameron in primis per la caratterizzazione del “nemico”: non siamo, qui, di fronte a un’unica intelligenza artificiale collettiva, ma piuttosto a una moltitudine di entità che si sono differenziate ed evolute, organizzandosi come un vero e proprio gruppo sociale. Gli sviluppi del film, quindi, portano la trama decisamente più dalle parti di Blade Runner, caratterizzando le A.I. come veri personaggi, dotati di autodeterminazione e protagonisti di uno scontro alla pari con gli esseri umani. Nella resa di un conflitto globale, e nella sua rappresentazione sullo schermo, il regista guarda al lavoro da lui già compiuto per Rogue One, caratterizzando le sequenze d’azione (in particolar modo quelle collettive) per il realismo e la fisicità: la guerra, quella che ha ucciso la moglie del protagonista, è rappresentata come una tragedia collettiva, con tutto il carico esibito di morte e lutti che questa porta con sé. In questo, e nella problematizzazione degli schieramenti che successivamente si fa strada nella trama, The Creator riprende certamente i temi di certa fantascienza antimilitarista, che parte da Cameron per arrivare (più recentemente) ai lavori de Denis Villeneuve.

Due sulla strada

The Creator, Madeleine Yuna Voyles in una sequenza del film di Gareth Edwards
The Creator, Madeleine Yuna Voyles in una sequenza del film di Gareth Edwards

Alla dimensione più prettamente da blockbuster del film di Edwards si affianca col procedere della storia quella più intima, che gradualmente fa crescere il rapporto tra il protagonista e la piccola androide che questi era stato chiamato a distruggere, con la quale si crea un intuibile e problematico legame. Dal terzo atto dei quattro in cui il film è suddiviso, The Creator diventa il viaggio di un uomo e di una bambina attraverso un territorio in guerra, oltre che un’esplorazione della coscienza del protagonista, capace di riconnettersi coi suoi ricordi e contemporaneamente di mettere in discussione le sue certezze. In questo senso, senza perdere il realismo da war movie fantascientifico che ha caratterizzato la sua prima parte, il film di Edwards punta in questa fase a un tono maggiormente da melò, illuminando il passato con frequenti flashback e fornendo in modo graduale un resoconto completo del background dei personaggi. Al di là di uno sviluppo narrativo che a circa metà film (senza anticipare nulla) si fa piuttosto intuibile, resta l’introduzione in questo frangente di un tono, se si vuole, più lieve rispetto a quello precedente e quasi da commedia; un tono che trasforma il film in una sorta di road movie che, in un contesto inedito per il genere, riprende il vecchio motivo del viaggio come scoperta di sé. Una scoperta che accomunerà tanto il personaggio interpretato da Washington, quanto quello col volto della piccola esordiente Madeleine Yuna Voyles.

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Classicità proiettata nel futuro

The Creator, una suggestiva immagine del film di Gareth Edwards
The Creator, una suggestiva immagine del film di Gareth Edwards

I riferimenti cinematografici di The Creator (alcuni li abbiamo già citati, altri lasciamo allo spettatore il piacere di scoprirli) sono del tutto evidenti, ma il film di Gareth Edwards ha il merito di perseguire una sua strada al blockbuster, non avendo paura di mescolare atmosfere tra loro anche molto eterogenee, e di perseguire un tono melò che, in altre mani, sarebbe risultato smaccato e forse fin troppo derivativo. Non disturba, nel film, la più classica riproposizione del rapporto tra uomo e bambino (visti entrambi come outsider) che, da Il monello di Chaplin in poi, ha informato di sé gran parte della storia del cinema; piuttosto, il film di Edwards ha il merito di inserire questo motivo in un contenitore incentrato su temi di più ampio respiro, che da un lato ripercorrono sentieri già battuti (l’inquietudine per le società del futuro, l’antimilitarismo), dall’altro impattano con la sensibilità moderna e le tematiche oggetto di discussione nella contemporaneità (l’intelligenza artificiale e le ricadute etiche del suo utilizzo, l’atteggiamento verso la diversità). Ma, sopra ogni altra cosa, The Creator è cinema classico, che nonostante l’eterogeneità dei suoi riferimenti riesce a intrattenere con una narrazione lineare e potente, mostrando allo spettatore un viaggio che ha la forza dell’epica hollywoodiana e una portata melò capace di crescere a ogni inquadratura. Un viaggio che, pur laddove dice cose già dette, riesce a trasmetterne tutta l’urgenza, facendone arrivare l’enunciazione allo spettatore in modo limpido e forte. E questo è senz’altro un risultato da non sottovalutare.

Locandina

The Creator, la locandina italiana del film di Gareth Edwards

Gallery

Scheda

Titolo originale: The Creator
Regia: Gareth Edwards
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 133’
Genere: Fantascienza, Azione
Cast: Amar Chadha-Patel, Ken Watanabe, Gemma Chan, Ralph Ineson, Allison Janney, John David Washington, Sturgill Simpson, Leanna Chea, Marc Menchaca, Charlie McElveen, Daniel Ray Rodriguez, Ian Verdun, Karen Aldridge, Madeleine Yuna Voyles, Michael Esper, Rad Pereira, Robbie Tann, Sahatchai ‘Stop’ Chumrum, Syd Skidmore, Teerawat Mulvilai, Veronica Ngo
Sceneggiatura: Chris Weitz, Gareth Edwards
Fotografia: Oren Soffer, Greig Fraser
Montaggio: Scott Morris, Joe Walker, Hank Corwin
Musiche: Hans Zimmer
Produttore: Arnon Milchan, Nicholas Simon, Galileo Mondol, Greig Fraser, Courtney Cunniff, Gareth Edwards, Jim Spencer, Kiri Hart, Ace Salvador
Casa di Produzione: 20th Century Studios, New Regency Productions, Entertainment One
Distribuzione: Walt Disney Pictures

Data di uscita: 28/09/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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