IL RAGAZZO E L’AIRONE

IL RAGAZZO E L’AIRONE

A ormai dieci anni da Si alza il vento, arriva finalmente l’annunciato, a lungo atteso nuovo lavoro di Hayao Miyazaki: Il ragazzo e l’airone è un’opera complessa e multiforme, insieme compendio delle suggestioni del cinema del maestro giapponese, e sintesi tra la sua dimensione più fiabesca e quella più realistica. Non il suo miglior film, ma pur sempre il racconto di un viaggio che, per il protagonista così come per lo spettatore, andava assolutamente fatto. Presentato nella sezione Grand Public della 18a Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con Alice nella Città.

Il multiverso nella torre

Pubblicità

L’anteprima italiana di Il ragazzo e l’airone, nuovo attesissimo film di Hayao Miyazaki presentato – in collaborazione con Alice nella Città – nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma, era accompagnata inevitabilmente dall’hype dei grandi eventi. Un’attesa spasmodica, da parte del pubblico italiano, non solo per il ritorno di un maestro, ma anche per un progetto che era stato annunciato ormai molti anni fa (era il 2016 quando Miyazaki, dopo quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo film, Si alza il vento, annunciò il ripensamento e la ricostituzione dello Studio Ghibli) che in questo caso funge anche da testimonianza per la sopravvivenza di un marchio storico, di uno storytelling unico – capace di unire suggestioni composite, e non solo provenienti dalla terra del Sol Levante o dalla tradizione dell’animazione locale – nonché di un mondo poetico riconoscibilissimo che ancora una volta si offriva di dischiudersi agli occhi dello spettatore. Non ancora (davvero) per l’ultima volta, a quanto pare, visto che l’ottantaduenne Miyazaki ha annunciato negli ultimi giorni di star già preparando il suo nuovo lavoro. Un annuncio che non può che riempire ancora una volta di gioia fans e cinefili di ogni tipologia (ormai le due categorie, per il maestro nipponico, sono in larga parte coincidenti), anche alla luce di ciò che questa nuova opera ci ha mostrato, in termini di spessore, inventiva e immancabile meraviglia. Con l’auspicio che lo sviluppo del prossimo progetto, stavolta, duri magari qualche anno in meno.

Il guardiano alato

Il ragazzo e l'airone, una minacciosa immagine dell'airone nel film di Hayao Miyazaki
Il ragazzo e l’airone, una minacciosa immagine dell’airone nel film di Hayao Miyazaki

Il plot de Il ragazzo e l’airone ha il suo avvio nel 1943, durante quello che viene presentato come “il penultimo anno di guerra”; al centro della storia c’è il dodicenne Mahito, che perde tragicamente sua madre Hisako durante l’incendio di un ospedale in cui questa lavorava. Un anno dopo, il padre del ragazzo, Shoichi, porta Mahito con sé nella sua residenza di campagna, vicino alla fabbrica di armi di sua proprietà; qui, i due vivranno insieme alla nuova compagna dell’uomo, Natsuko, che è la sorella più giovane di Hisako e le somiglia incredibilmente. Mahito non ha mai superato il trauma della perdita di sua madre, e fa fatica ad accettare sua zia, nel frattempo rimasta incinta, come nuovo membro della famiglia; il ragazzo è spesso cupo e malinconico, e inoltre non riesce a legare coi suoi nuovi compagni di scuola. Un giorno, un airone grigio che si aggira spesso intorno alla casa conduce Mahito davanti a una misteriosa torre sita nella proprietà di famiglia; sembra che la struttura, disabitata, appartenesse al prozio del ragazzo, scomparso in circostanze misteriose. Quando Mahito vede Natsuko incamminarsi verso la torre, e scomparire nei suoi dintorni, il ragazzo decide di seguire la donna, convinto che sia in pericolo. Ma, per scoprire i misteri della torre, il giovane dovrà capire innanzitutto la natura dell’airone, forse un misterioso custode, forse un’entità più oscura e persino pericolosa.

Un compendio di suggestioni

Il ragazzo e l'airone, i simpatici Wara Wara in una scena del film di Hayao Miyazaki
Il ragazzo e l’airone, i simpatici Wara Wara in una scena del film di Hayao Miyazaki

Lo svolgimento de Il ragazzo e l’airone – il titolo originale Kimitachi wa Dō Ikiru ka viene dal romanzo di Genzaburō Yoshino Voi come vivrete?, che troviamo nella storia con un ruolo non secondario – presenta molti degli elementi che abbiamo già visto nei precedenti lavori di Miyazaki, arrivando a esserne (consapevolmente o meno) una sorta di compendio. La trama muove in effetti da una situazione realistica, ambientata nel contesto bellico, analoga a quella del precedente Si alza il vento; mentre il motivo del giovane che si trasferisce in un’isolata residenza rurale, con la campagna intorno a celare un misterioso segreto, rimanda esplicitamente a Il mio vicino Totoro. D’altra parte, il viaggio di Mahito all’interno della torre e del regno (meglio: del multiverso, per usare un termine oggi inflazionato) che questa cela in sé – insieme al motivo dell’uccello che muta la sua forma in quella di un essere umano – sono chiaramente debitori del viaggio di Chihiro narrato ne La città incantata; mentre nei mondi che il protagonista attraversa, durante la sua avventura, troviamo suggestioni che fanno andare la mente tanto agli spiriti della foresta di Principessa Mononoke, quanto al meraviglioso regno sospeso de Il castello nel cielo. Avendo saputo fondere mirabilmente, nella sua carriera, l’afflato favolistico e meraviglioso di molte sue storie con personaggi calati in contesti di partenza realistici, e storicamente ben delineati, il maestro giapponese sembra qui voler integrare in modo ancor più spinto le due dimensioni: dimensioni entrambe tali da delineare, per il giovane protagonista, un importante e decisivo coming of age.

Un eroe tormentato

Il ragazzo e l'airone, un combattivo Mahito in una scena del film di Hayao Miyazaki
Il ragazzo e l’airone, un combattivo Mahito in una scena del film di Hayao Miyazaki

Il tono di partenza del film, in effetti, così come il carattere dello stesso Mahito, appare più aspro che in passato: il tema del lutto, e quello di una ferita che non si rimargina (ma che anzi si riproduce, fisicamente, nell’atto autolesionista compiuto dallo stesso protagonista, testimonianza di un bisogno di dolore che è anche sublimazione del senso di colpa) sono affrontati in modo diretto e senza mezzi termini; mentre il contesto sociale che circonda il ragazzo – dalla fabbrica di suo padre ai rapporti della sua famiglia con la servitù, fino ad arrivare al contesto scolastico – è organizzato intorno a un’esplicita, rigida divisione classista: non a caso, al film bastano due sequenze per mostrare l’ostilità cui Mahito è soggetto, come figlio dell’alta borghesia, da parte dei suoi nuovi compagni, perlopiù appartenenti al ceto dei piccoli coltivatori locali. Ancora una volta, nel cinema di Miyazaki, la maturazione e la presa di coscienza del giovane eroe – che qui è un personaggio più tormentato e problematico che in passato – passa per il contatto con l’alterità e con quello che dapprima appare come il “mostro” (l’airone) oltre che attraverso un viaggio fantastico che diviene anche riscoperta delle proprie radici – come succede tanto ne Il castello nel cielo quanto in La città incantata – e riappropriazione della propria identità. Di nuovo, il bene e il male non sono chiaramente identificabili (qui ancor meno che in passato) mentre lo stesso multiverso fantastico appare tanto allettante come via di fuga, quanto in realtà visione ingannevole quale possibile surrogato di una quotidianità faticosa da abitare e vivere.

Pubblicità

Un viaggio che andava fatto

Il ragazzo e l'airone, Mahito e Himi in una scena del film di Hayao Miyazaki
Il ragazzo e l’airone, Mahito e Himi in una scena del film di Hayao Miyazaki

Opera complessa e multiforme, tecnicamente dotata del consueto fascino – stavolta maggiormente diluito lungo l’intera narrazione, piuttosto che concentrato in singole sequenze – Il ragazzo e l’airone ispira un discorso analogo a quello che abbiamo fatto, solo poco tempo fa, per Killers of the Flower Moon, nuovo lavoro di un altro maestro del cinema, ovvero Martin Scorsese: non siamo di fronte al miglior film di Hayao Miyazaki, e probabilmente neanche a un’opera che collocheremmo ai primissimi posti in una filmografia comunque straordinaria per spessore e qualità come quella del regista giapponese; ma restiamo comunque ammaliati di fronte al rinnovato vigore creativo di un maestro, anche laddove questo non raggiunge le vette del passato. La malinconia iniziale di un personaggio costretto a crescere anzitempo passa per un coming of age che paradossalmente gli consente di recuperare un po’ dello stupore infantile che quel fuoco distruttore – che a più riprese torna nel corso del film – gli aveva sottratto: e lo fa passando anche attraverso le visioni del suo lutto (una delle quali, durante il primo ingresso di Mahiro nella torre, è particolarmente impressionante) propedeutiche a un viaggio caleidoscopico in cui la sua maturità – elemento che va di pari passo con la capacità di stupore e di empatia coi nuovi compagni di viaggio – viene messa costantemente alla prova. Un viaggio al termine del quale Mahiro scoprirà di avere già con sé (a volte letteralmente in tasca) gli strumenti per superare il suo lutto. Ma quel viaggio, per noi e per lui, andava assolutamente fatto.

Locandina

Il ragazzo e l'airone, la locandina italiana del film di Hayao Miyazaki

Gallery

Scheda

Titolo originale: Kimitachi wa dô ikiru ka
Regia: Hayao Miyazaki
Paese/anno: Giappone / 2023
Durata: 124’
Genere: Drammatico, Fantastico, Fantasy, Avventura, Animazione
Cast: Jun Kunimura, Jun Fubuki, Kaoru Kobayashi, Karen Takizawa, Masaki Suda, Takuya Kimura, Aimyon, Keiko Takeshita, Kô Shibasaki, Sawako Agawa, Shinobu Ôtake, Shohei Hino, Soma Santoki, Yoshino Kimura
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Fotografia: Atsushi Okui
Montaggio: Takeshi Seyama, Akane Shiraishi, Rie Matsubara
Musiche: Joe Hisaishi
Produttore: Tomohiko Ishii, Toshio Suzuki, Yoshiaki Nishimura
Casa di Produzione: Studio Ghibli, Toho Company
Distribuzione: Lucky Red

Data di uscita: 01/01/2024

Trailer

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.