ZAMORA

ZAMORA

Zamora, opera prima da regista di Neri Marcorè, fotografa alla perfezione un periodo storico di cruciale importanza per il nostro paese: il periodo del post boom economico. A tal fine, dunque, non soltanto le ambientazioni studiate fin nel minimo dettaglio, ma anche determinati usi e costumi trovano sul grande schermo il loro giusto compimento.

La grande passione degli italiani

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Il comico e attore Neri Marcorè è ormai da diversi anni a questa parte uno dei beniamini del pubblico italiano (cinematografico e televisivo). E, come spesso capita a numerosi artisti, si arriva spesso a un punto in cui si vuol far fare alla propria (brillante) carriera una sorta di “salto di qualità”. O, comunque, ci si vuol cimentare con nuove sfide, nuove esperienze. Magari anche dietro la macchina da presa. Basti pensare al recente successo di Paola Cortellesi, regista e interprete di C’è ancora domani. Così, dunque, anche il nostro Neri Marcorè ha deciso di firmare il suo primo lungometraggio da regista, tracciando un fedele affresco dell’Italia degli anni Sessanta: Zamora.

Una voce fuori dal coro

Zamora, Alberto Paradossi in un momento del film
Zamora, Alberto Paradossi in un momento del film

In Zamora, dunque, come possiamo già intuire dal titolo, viene tirata in ballo una delle più grandi passioni del popolo italiano: il calcio. Chi non si interessa di calcio viene quasi considerato una mosca bianca, quasi ha la sensazione di doversi vergognare di ciò. Ne sa qualcosa il giovane contabile Walter (impersonato da Alberto Paradossi), giunto dalla provincia nella fiorente Milano al fine di iniziare un nuovo lavoro all’interno di un’importante azienda. Già dal suo primo giorno, dunque, il giovane verrà informato dal suo capo (Giovanni Storti) che tutti i dipendenti sono soliti allenarsi a calcio il giovedì dopo il lavoro, per prepararsi al prestigioso Torneo del 1° maggio. A Walter viene affidato il ruolo di portiere, ma lui si rivela totalmente negato per quello sport. Forse, soltanto alcune lezioni private da parte di Giorgio (lo stesso Neri Marcorè), ex stella del calcio ormai dedita all’alcool, potranno essergli realmente d’aiuto.

Ciò che siamo stati

Zamora, Alberto Paradossi e Neri Marcorè in una scena del film
Zamora, Alberto Paradossi e Neri Marcorè in una scena del film

Tratto dall’omonimo romanzo del giornalista sportivo Roberto Perrone, scomparso nel 2023, Zamora fotografa alla perfezione un periodo storico di cruciale importanza per il nostro paese: il periodo del post boom economico. A tal fine, dunque, non soltanto le ambientazioni studiate fin nel minimo dettaglio (gli interni, le automobili, ma anche le strade della città, ancora così poco trafficate), ma anche determinati usi e costumi trovano sul grande schermo il loro giusto compimento. È questo, infatti, il periodo in cui ci si radunava alla sera a casa dei vicini per vedere tutti insieme Lascia o raddoppia? con l’indimenticato Mike Bongiorno; in cui i bambini giocavano a pallone in cortile danneggiando le vetrate dei condomini, in cui si aspettava con trepidazione il sabato pomeriggio per vedere al cinema l’ultimo film di Federico Fellini.

Ieri come oggi

Zamora, Alberto Paradossi in una scena del film
Zamora, Alberto Paradossi in una scena del film

In Zamora, dunque, Neri Marcorè è riuscito a rendere alla perfezione tutto ciò (sebbene il lungometraggio ricordi da vicino, soprattutto per approccio registico, numerose miniserie Rai), dando vita, al contempo, a un film estremamente personale, in cui vengono tirate in ballo anche tematiche piuttosto delicate e molto più attuali di quanto possa inizialmente sembrare: tra queste, il difficile compito di scoprire quale sia il proprio posto nel mondo, l’importanza del non avere mai rimpianti, e anche la situazione delle donne all’interno della società (“Posso tranquillamente uscire con le mie amiche alla sera, siamo negli anni Sessanta, ormai”, come afferma la sorella di Walter), ormai indipendenti, con un proprio lavoro e libere anche di lasciare il proprio marito.

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Tra risate e nostalgia

Zamora, Alberto Paradossi con Neri Marcorè in un momento del film
Zamora, Alberto Paradossi con Neri Marcorè in un momento del film

A tal fine, dunque, una scrittura complessivamente pulita, anche se priva di particolari guizzi e che lascia spesso presagire determinati risvolti, si è rivelata una buona soluzione per mettere in scena tutto ciò, forte anche di un cast di tutto rispetto in grado di regalarci anche divertenti siparietti comici (uno su tutti: il battibecco tra Giovanni Storti e Giacomo Poretti – titolare di un’azienda avversaria – al fine di accaparrarsi nella propria squadra di calcio l’ormai talentuoso portiere Walter). Neri Marcorè, dunque, può essere complessivamente soddisfatto di questa sua prima opera da regista. Il suo Zamora è ad ogni modo un lungometraggio gradevole, che si lascia guardare con piacere e che ci offre un nostalgico e talvolta divertito sguardo su ciò che in passato è stata la nostra Italia.

Locandina

Zamora, la locandina del film di Neri Marcorè

Gallery

Scheda

Titolo originale: Zamora
Regia: Neri Marcorè
Paese/anno: Italia / 2024
Durata: 100’
Genere: Commedia
Cast: Antonio Catania, Giovanni Esposito, Giovanni Storti, Neri Marcorè, Anna Ferraioli Ravel, Walter Leonardi, Alberto Paradossi, Ale, Franz, Giacomo Poretti, Marta Gastini, Pia Lanciotti, Corinna Locastro, Dario Costa, Davide Ferrario, Giulia Gonella, Giuseppe Antignati, Marco Ripoldi, Marco Segrini, Massimiliano Loizzi, Pia Engleberth
Sceneggiatura: Paola Mammini, Maurizio Careddu, Neri Marcorè, Alessandro Rossi
Fotografia: Duccio Cimatti
Montaggio: Alessio Doglione
Musiche: Pacifico
Produttore: Agostino Saccà
Casa di Produzione: Rai Cinema, Pepito Produzioni
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 04/04/2024

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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